Tre Pagine (e Due Ore) Tutte per Sé

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #1

Eccomi al primo lunedì dedicato al percorso che ho deciso di seguire con La via dell’artista, il metodo di Julia Cameron per fare emergere l’artista che vive in ognuno di noi.

Del libro ho scritto venerdì scorso, oggi presento gli strumenti di base che Julia indica come fondamentali per il percorso, due momenti molto intimi, da pianificare e da rispettare con costanza: si tratta dell’appuntamento quotidiano con la propria scrittura e di quello settimanale con se stessi.

Mettere questi appuntamenti in agenda è il primo passo per prendere un impegno con i propri AllenaMenti.

Una piccola premessa prima di passare ai due strumenti: il mio modo di presentarli e di interpretarli è da considerarsi del tutto personale, legato alla mia esperienza con il loro utilizzo e alle mie esigenze personali. Non voglio di certo sostituirmi al pensiero né all’insegnamento di Julia: piuttosto, se volete conoscerli in modo più obiettivo vi consiglio sempre la lettura de’ La via dell’artista.

Le pagine del mattino

L’allenamento quotidiano è tanto semplice da descrivere quando difficile (se non si ha una buona  programmazione) da realizzare: appena svegli, prima di ogni cosa, mettersi al tavolo e riempire tre pagine. Tutti i giorni, tutta la settimana, sempre: le pagine devono essere in formato A4 e la scrittura rigorosamente a mano.

Cosa scrivere? Non ha alcuna importanza: dai pensieri della sera prima ai sogni della notte, dagli impegni della giornata agli appunti da ricordare per la casa, la famiglia, i figli: non ci sono regole riguardo ai contenuti, perché le tre pagine (la costanza delle tre pagine) servono per effettuare il drenaggio del cervello, liberare la mente e lasciare fluire i pensieri in modo istintivo, quasi inconscio.

Non ci sono pagine del mattino scritte in modo sbagliato: non si tratta né di arte né di scrittura, ma solo e unicamente del flusso naturale dei propri pensieri da trasporre su carta. Ecco perché questo strumento è consigliato a tutti, anche a coloro che non sono interessati ad esercitare la creatività nella scrittura: qui la scrittura è atto, non arte, è strumento per dimenticare la propria volontà di perfezione e provare ad essere semplicemente quel che si è.

Tanto queste pagine non devono essere lette da nessuno: anche chi le ha scritte non le deve rileggere se non dopo almeno una mezza dozzina di settimane.

Devo dire che nella mia esperienza scrivere le tre pagine, ripeto tre, tutti i giorni, non è mai stato facile: da qualche tempo, però, l’esercizio è rispettato, e, seppur a modo mio, le tre pagine si riempiono. Con alcuni piccoli adattamenti, sono costante con la scrittura di getto: e più il tempo passa più riesco ad avvicinarmi allo standard, chiamiamolo così, consigliato dal metodo La via dell’artista.

Per prima cosa ci sono voluti un bel po’ di giorni di prove e riprove per infilarle al mattino (chi ha figli sa cosa intendo): di certo non è quasi mai la prima cosa che faccio (molto spesso è almeno la decima!), non sempre scrivo a mano.

Riguardo alla scrittura a mano, Julia ha dalla sua una forte motivazione: battere sui tasti o sfiorare uno schermo sono altre attività rispetto alla scrittura manuale. La mano che tiene una penna e la lascia scorrere su un foglio ha un collegamento più fisico, più diretto, con pensieri ed emozioni.

E’ vero: quando scrivo a mano lo faccio in modo più emotivo, più istintivo, e mi ritrovo i pensieri messi nero su bianco, senza troppi filtri, mentre quando uso una tastiera tendo a scrivere con meno veemenza, con tempi di riflessione e di trasformazione del pensiero in parola che modificano quello che è il mio sentire più intimo.

Nel corso degli ultimi due mesi ho riletto le mie tre pagine di qualche anno fa, ritrovando una me stessa in parte dimenticata: ce ne sono molte del periodo della mia gravidanza, dove le aspettative e le paure si accavallano con i conteggi per l’acquisto di passeggini e corredini. Alcune, scritte nei mesi del mio rientro lavorativo dopo Pietro, sono davvero la cartina tornasole di sentimenti di frustrazione, prove di conciliazione casa-lavoro non ben riuscite e voglia di riscatto. Ne ho raccolte e rilette di anni molto precedenti, con idee per racconti che poi ho effettivamente scritto, e con ritratti di personaggi che si sono affacciati fugacemente per poi rientrare nell’oblio da cui erano arrivati.

Recentemente ho scoperto che avere un blog aiuta, o meglio, le tre pagine aiutano ad avere un blog. Se programmate i post dovete prepararli per tempo e le tre pagine quotidiane possono diventare ottime alleate: recentemente le mie tre pagine finiscono molto spesso per raccogliere appunti e idee per post poi pubblicati. Le utilizzo molto spesso come ho descritto in Tips on writing, consigli per non farsi fregare dalla scrittura, più precisamente come nel consiglio Metti attorno al foglio altre idee.

Le mie tre pagine hanno anche contribuito alla creazione di Plac Hote, una serie di racconti ambientati in un hotel dove si incontrano personaggi particolari, banali, indimenticabili o senza alcuna qualità: da pagina nasce pagina, insomma.

L’appuntamento con l’artista

Programmate con costanza due ore alla settimana da passare in solitudine con voi stessi: è questo l’appuntamento con l’artista, non uno qualsiasi, quello che vive dentro di noi, l’artista-bambino che dobbiamo scovare, cullare, fare crescere e convincere ad uscire allo scoperto.

Queste due ore settimanali sono il tempo minimo da dedicare al nutrimento della nostra interiorità e pertanto vanno organizzate attorno a quelli che sono i nostri interessi principali: una mostra, una passeggiata in un bosco, una coccola in un hammam, un film. Inutile fare una cosa che non ci diverte, che è troppo seria o che richiede sforzo da parte nostra: il bambino-artista è decisamente portato per il divertimento, vuole solo quello che gli piace veramente e solo accontentandolo possiamo in qualche modo favorire il contatto con lui.

Personalmente ho sempre accolto questo strumento come una manna dal cielo: cosa c’è di più bello che sentirsi autorizzate a dedicare tempo a se stesse facendo una cosa che ci diverte, che ci gratifica? Lo scopo di questo appuntamento è quello di liberare la nostra fantasia: farlo con gioia, allegria e senso di gratitudine non può che favorirci.

Una delle affermazioni su cui mi trovo maggiormente d’accordo con Julia è che l’arte è un sistema che funziona per immagini: per creare prendiamo risorse dal nostro interno, andando a pescare in un ideale serbatoio di immagini, di materiale artistico. Come preleviamo dobbiamo anche rimettere, per evitare che questo serbatoio, che questo pozzo, si prosciughi: gli appuntamenti con il nostro artista sono finalizzati anche a questo, a ripopolare con nuove sensazioni, nuove emozioni, nuove immagini il nostro serbatoio artistico.

Non è necessario che si facciano cose sempre nuove per tenere vivi i sensi e ripopolare il pozzo: Julia cita i lavori ripetitivi e regolari come quelli che hanno più aiutato certi artisti (e l’esempio che porta è molto evocativo: le sorelle Bronte e Jane Austen nascondevano le loro composizioni sotto lavori di ricamo).

In passato rispettare l’appuntamento con l’artista è stata una passeggiata (talvolta nel vero senso della parola!), ma dopo la nascita di mio figlio ho dovuto per forza programmare con largo anticipo, arrivando a piccoli appuntamenti (due ore stiracchiatissime) prima bimestrali, poi mensili, ora quindicinali: le mostre d’arte sono le mie preferite, ma recentemente ho aggiunto qualche film e qualche serata a teatro.

Anche le mie brevissime scorribande in bicicletta (anche se non da sola, anche se al massimo di tre quarti d’ora) le considero parte di questo esperimento: ho sempre trovato che l’attività fisica aiuti a concentrarsi sui propri pensieri, dando luogo a interessanti scoperte.

Lunedì prossimo si parte con la prima lezione de’ La via dell’artista.
Rinnovo l’invito: se volete seguire anche voi il percorso,
siete i benvenuti, fatelo con me!

54 pensieri su “Tre Pagine (e Due Ore) Tutte per Sé

  1. Spesso le idee migliori nascono dal silenzio, nel quale la mia mente e la mia anima trovano il modo di riappropriarsi di se stesse e di lasciar fluire quello che ci gira dentro.
    Ma ho anche scoperto, ahimè, che anche non aver impegni fissi – tipo il lavoro – giova. Insomma il tempo non catalogato, non standardizzato nei ritmi quotidiani, aiuta a liberare la creatività. Almeno per me funziona così.
    Mi piacerebbe riuscire a riempire tre pagine la mattina…probabilmente ci proverò, ma la vedo dura con i miei tempi…
    Di sicuro ti seguo in questa avventura!
    Buon lunedì!
    A presto!
    🙂

    • Hai ragione: il silenzio e il tempo non organizzato aiutano tantissimo.
      ma siamo animali sociali e, se siamo fortunati, abbiamo anche un lavoro.
      La sfida allora è quella di riuscire a rispettare gli impegni con i nostri allenamenti anche in situazioni non ideali.
      L’unione fa la forza: farlo insieme sarà meno difficile (spero)!

  2. Ciao Grazia, prima di buttarmi a capofitto sul cuscino ho voluto controllare se avevi pubblicato questo post. Ed eccolo qua. Capita in una giornata in cui mi sono sentita stanca, nervosa, sopraffatta dalle cose da fare e dalla quasi totale mancanza di tempo per starmene da sola con me stessa. Tra lavoro, doppio lavoro, casa, bambina, sia io che il mio compagno non riusciamo ad avere molti momenti di beata solitudine. Ieri ho finalmente fatto un bagno caldo da sola senza Miranda, accorgendomi di non ricordare più quando era stata l’ultima volta. Penso tu mi possa capire bene, come chiunque abbia bambini. Però voglio provare a seguirti in quest’avventura, anche perchè ne ho bisogno e perchè mi piace l’idea di averti come compagna di viaggio. 🙂 Non sarà la prima cosa che riuscirò a fare (già lo so), ma proverò a scrivere le pagine del mattino. Per quanto riguarda le due ore settimanali, mi impegnerò altrettanto.
    Aspetto quindi con ansia il prossimo lunedì. 😉
    Un abbraccio
    PS: dimmi che non sono tre pagine fronte-retro, altrimenti ora che finisco Miranda si è svegliata ed io non ho neanche fatto colazione!! 😉

    • Io uso un quaderno piccolo, a quadretti: per intenderci, è quello verde che si vede nella foto del post di venerdì 😉

      Ho comperato quello perchè sta in borsa e posso portarlo con me per scrivere eventualmente in metro al mattino, se non ce l’ho fatta a casa e soprattutto se so che in ufficio mi aspetta una mattinata pienissima. Completo tre pagine fronte retro: ho interpretato l’A4 suggerito da Julia come singola facciata.
      Anche io non riuscirei proprio ad andare oltre!

      Come sono contenta di averti come compagna di viaggio!

  3. Tre pagine manoscritte… una bella sfida, un miraggio quel tempo al mattino. Io già mi sveglio prima degli altri per scrivere, però sulla tastiera. Ero una notturna (per esempio, la mia tesi è stata scritta di notte, ma proprio dalle 10 alle 6 per capirci, perchè odiavo i rumori e di notte è tutto così ovattato… ) poi sono passata a svegliarmi prima dell’alba, ma le mie mani al mattino sono di legno e il cervello ha bisogno di leggere qualche minuto per svegliarsi… vedremo, è impegnativo ma un bell’esercizio di sicuro. Oggi ho ritrovato un regalo significativo di mio marito: un blocco per scrivere “la mia storia” (ho sempre detto che il mio sogno era scrivere un romanzo, ma che mi mancava “La Storia”), è lì da anni, ma sono successe tante tante cose in mezzo.
    Grazie per questo post mi ha offerto un sacco di spunti e di conoscerti meglio.
    Quindi ti prepari da anni e anni?
    Che costanza…complimenti!

    • Scrivere è uno dei miei vizi principali, devo averlo già scritto nel blog: effettivamente mi preparo da anni e anni, non si sa bene a cosa, ma mi preparo 😉

      E tu, Cì, sai sempre come sorprendermi: una tesi fatta tutta in notturna (notturna vera) non l’avevo mai sentita!

      Anche io amo molto scrivere di notte: negli ultimi anni mi è capitato e spesso capita ancora, se sono presa da una frenesia creativa e soprattutto se mi sento sufficientemente lucida per farlo.

      Al mattino, fino alle 10 circa, non sono un granché produttiva: ma devo dirti che, proprio essendo così, lascio che i pensieri fluiscano senza filtri e a volte scrivo cose che mai mi sarei aspettata da me stessa.

      Comunque il regalo del marito che salta fuori proprio in questi giorni secondo me è un segno del destino! Mi piacerebbe che tu ci provassi, davvero…

  4. Che bel post ricco di spunti su cui riflettere e su cui applicarsi!!
    Mentre leggevo mi chiedevo perché’ la scrittura manuale, poi qualche riga dopo c’è lo hai spiegato. La motivazione la condivido in pieno. Anche se nella realtà potrebbe essere complicato, ma proviamoci.
    Io ad esempio vado sempre in giro con un quaderno nella borsa (che tanto è grande x poter portarmi dietro tutto quello che serve ai bambini!!!) e quando ho qualche pensiero nella mente lo appunto li. Pensieri, idee, spunti.
    Quando invece l’ispirazione e’ più elaborata allora scrivo direttamente sul blackberry…..è spesso sono poi i miei post, rivisti e corretti, naturalmente!!!!
    Bellissima idea la tua
    A presto!!!!!

    • Anche io giro con il quaderno: effettivamente nelle borse che utilizzo (sempre più ampie per farci stare tutto) ci sta comodamente.
      A questo punto, munita di quaderno come sei, dei provare a riempire le tre pagine di pensieri non ragionati …

  5. Interessante come immaginavo, è una bella sfida.
    Le tre pagine mattutine mi imporrebbero di alzarmi ancora prima, ma non escludo di provarci.
    Le due ore settimanali tutte per me a fare quello che mi piace le trascorro a lezione di yoga, ma non sono da sola perché pratico in un gruppo guidato da un’insegnante, quindi forse non valgono 😉

    • Non sono una grande esperta, ho praticato lo yoga solo in gravidanza, ma ricordo che lasciava soli con i propri pensieri, e questi scorrevano liberi. Se non è un incontro con l’artista questo…

  6. Ciao Grazia, conosco molto bene questo libro e tutto il percorso e gli esercizi delle varie settimane…Me lo sono proprio coccolato questo libro e mi sono fatta coccolare da lui!
    Avevo iniziato 5 anni fa po mi ero interrotta alla nona settimana…
    Quest’anno a febbraio ho ricominciato e…ancora non sono riuscita a concluderlo…sono alla decima settimana…ma nonostante questa mia “incostanza nel concludere” sono felicissima di quello che mi ha dato questo percorso di recupero…mi ha cambiata dentro e mi ha aiutata a muovere l’energia nella direzione più autentica.
    Sono innamorata delle pagine del mattino delle quali ormai non posso più fare a meno.
    Sono felice di poter leggere i tuoi post che parlano di questo libro. grazie e buona giornata!

    • Ma che bello Cristina, mi fa piacere incontrare qui una persona che ha ottenuto buoni risultati con questo percorso: rinnova il mio entusiasmo a proseguire e spero che chi passi di qui possa leggerti.

      Sai che ti dico? Mi farebbe davvero piacere ospitare, di volta in volta, qualche tua riflessione in merito al percorso sul mio blog: credo possa facilitare il confronto e stimolare nuove idee.

      Che ne dici, potrei proporti qualcosa del genere?

  7. E’ una sfida già persa in partenza, anche se mi affiscina molto, non ho nessuna costanza posso stare mesi senza scrivere niente e poi all’improvviso comincio a riempire pagine e pagine di fogli,scrivo un diario su mio figlio grande, sul piccolo, sulla mia gravidanza, sulle vacanze, tutto sempre in mostruoso ritardo. Seguirò la tua rubrica ma so già che non parteciperò.
    Complimenti però alla tua costanza.

    • Grazie, ma davvero non è una montagna così grande da affrontare: a mio parere poi è un crescendo, si può cominciare davvero con poco, ad esempio con l’incontro con l’artista, un appuntamento che a noi donne mamme mogli lavoratrici e tanto altro permette di ritagliare un po’ di tempo da passare in modo piacevole.

      Comunque le varie lezioni prevedono anche piccoli esercizi di creatività che richiedono meno costanza, se ti va di volta in volta puoi provare con quelli!

      Un sorriso

  8. Grazie, che bei consigli! Penso siano utili per tirare fuori la creatività e le idee. Mi piacerebbe metterli in pratica, io al mattino però non posso scrivere: appena alzata devo correre a prendere il treno per andare al lavoro. Proverò a dedicarmi alle tre pagine quotidiane… proprio sul treno 🙂

  9. Io mi sento gia` dentro questo training! Ci sto! E` la mia materia, e` il mio lavoro dall’infanzia, scrivere cercando l’equilibrio tra cuore e cervello e sono contenta che si inizi conoscendo il primo dei due attraverso la scrittura spontanea, non strutturata, non ragionata, emotiva.
    Ho un unico piccolissimo, insignificante problema: IL TEMPO!!!!!!!!!
    Ma ce la faro`. Voglio farcela. Me lo merito.
    Grazie mi stai facendo un regalo bellissimo!
    Scake

    • Scake, me lo fai tu accogliendo e rilanciando energie ed entusiasmo: la creatività si nutre anche di questo!
      E poi hai detto tre paroline magiche: me lo merito.
      Mai dimenticarle: io ci ho fatto anche una categoria del blog 😉

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  14. da quando suona la sveglia a quando esco di casa passano 50 minuti nei quali faccio rientrare vestito, trucco, parrucco sveglia dei figli e loro colazione. le tre pagine non ci stanno proprio. Ma se le scrivo una volta arrivata in ufficio vale?
    Quanto alle due ore immagino debbano essere consecutive… oh, oh, quanto sono messa male.
    Intanto da gennaio mi iscriverò in palestra e sarà un’ora tutta per me!!

    • Io so sempre quando le inizio, al mattino, ma mai quando le finisco: a volte sono velocissima, lascio scorrere i pensieri nella penna e me le ritrovo lì, nero su bianco in meno di mezz’ora. A volte a mezzogiorno sono ancora in cerca di cose da dire a me stessa. ma ci provo, ci provo sempre ed è così che vengono, secondo me.

      Le due ore da ritagliare per sé non sono cosa semplice: però posso dirti che fare attività sportiva è un ottimo modo per entrare in contatto con la parte più profonda di sé. Con me ha sempre funzionato, spero che funzioni presto anche con te: e se non saranno due ore, le diventeranno 😉

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  25. uhm..tre pagine da scrivere..di solito lascio che sia il pennello sulla pietra a parlare per me,ma mi piace questa ‘sfida’..:) ho due bimbe piccole che però vanno alla scuola materna e sono disoccupata ,non sarà un problema trovare il tempo per farlo! =) trovo più difficile trovare due ore tutte per me,quello si..anche se sono spesso sola ho sempre il cervello ‘intasato’ da mille cose da fare..

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  27. L’è dura, ‘sta cosa delle tre pagine.
    Stamane per esempio ci ho provato, e l’ho fatto senza difficoltà. Ma va detto che mi sono alzata con un’idea in testa a cui tenevo, e che ne approfittato per svilupparla subito.
    Non credo avrò altrettanta pazienza ogni giorno; anche se voglio provarci. Io i quaderni pronti da usare li ho messi sulla scrivania…

    … quanto alle due ore, su questo fronte vado via liscia.
    E’ qualcosa che faccio da tempo, e di ore me ne prendo pure di più, potendo.

    Non sono abituata e per diversi motivi non mi piace scrivere a mano, a meno di non considerarlo un metodo che precede a distanza di tempo ravvicinata la copiatura al pc.
    Ma riconosco che l’atto dello scrivere manualmente ha una valenza diversa, impone un’ottica diversa, innanzitutto più curata, più concentrata e focalizzata.
    Vedremo come va… intanto buona serata.

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