COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #10
Il terzo capitolo de’ La via dell’artista è dedicato al recupero del potere, un recupero che avviene anche con l’aiuto di rabbia, sincronicità e vergogna.
Del perché vale la pena ascoltare la propria rabbia e farsela amica ho già scritto in questo articolo: continuo oggi parlando di sincronicità.
Che cos’è la sincronicità? Mi piace questa definizione inconsapevole di Louis Pasteur: Avete mai fatto caso a chi capitano le coincidenze? La fortuna favorisce solo la mente ricettiva.
E anche questo antico detto: Attenzione a quel che chiedi perché potresti ottenerlo.
Capita anche voi di avere paura dei vostri stessi desideri? A me sì: quando ho un desiderio me lo coccolo in segreto, ne parlo poco, talvolta cerco di metterlo da parte, di non approfondirlo, di non perseguirlo.
Non mi ero mai chiesta il perché di questo mio modo di fare, poi ho trovato il concetto di sincronicità in Julia Cameron e mi sono data una spiegazione: i desideri esauditi spaventano perché richiedono responsabilità.
La responsabilità di ciò che si chiede, sì, ma anche delle azioni che si fanno per perseguirli, delle serie di coincidenze che la vita ci mette davanti per ottenerli e che noi possiamo più o meno ignorare.
Carl Gustav Jung chiamava la sincronicità un fortuito incastrarsi di eventi: chi ha fede in qualsiasi potere divino lo chiama provvidenza. Di certo se chiedete ad un artista come è arrivato al punto in cui si trova parlerà di una serie di brecce che si sono aperte davanti a lui e in cui lui ha infilato le mani, le braccia intere.
Chiamatela come volete, questa sincronicità tra voi, i vostri desideri e l’universo intero: il senso ultimo di questo passaggio verso il recupero del proprio potere è credere in ciò che si è e in ciò che si fa, ricordando un altro antico detto, quel salta e la rete apparirà che permette a ogni inizio di esistere.
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Lunedì scorso ho proposto un esercizio ispirato a La via dell’artista da condividere sul proprio blog o su queste pagine per percorrere la Via insieme.
Si tratta di comporre una breve storia che contenga, come parole utilizzate in senso stretto oppure come concetto richiamato, tre parole: animali divorziare asola.
Le tre parole valgono se citate in un dialogo, se utilizzate nelle descrizioni dei personaggi, degli ambienti o del paesaggio, se usate al singolare/plurale e, in caso di verbi, se coniugati.
La vostra storia può essere pubblicata lunedì 4 febbraio sul vostro blog, oppure, se non avete un blog, dove meglio preferite: se me la inviate via mail e mi autorizzate a farlo, posso ospitarla qui. E se la segnalate nei commenti, potrò raccogliere e permettere a tutti di condividere questo esercizio.
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Se questo è il primo articolo che vi capita di leggere riguardo a La via dell’artista e volete seguire il percorso per il recupero della creatività, vi segnalo i post precedenti:
- la presentazione del libro e del metodo di Julia Cameron
- i due strumenti di base per percorrere la via: le tre pagine quotidiane e l’incontro con l’artista
- come recuperare la sicurezza, uscire dall’ombra e sconfiggere i propri personali killer creativi
- un esercizio utile e piacevole, da rinnovare lungo tutta la via: vite immaginarie
- del perché e del percome la creatività comporta un processo di cambiamento
- contro lo scetticismo e contro le vecchie abitudini
- dare un senso alla rabbia e farsela amica
- esercitare la propria creatività facendosi un piccolo dono: ritrovare il proprio io bambino e la stanza della propria infanzia
- imparare a coltivare l’interesse per la vita quale la si vede
- scrivere una breve storia partendo da tre parole date (chi desidera condividere l’esercizio è il benvenuto!)
Gli AllenaMenti tornano lunedì 28 gennaio
con il terzo fattore che aiuta il recupero del potere:
il buon uso della vergogna
Se non e’ sincronicita’ questa…Il tuo post mi capita mentre lancio uno sguardo a twitter dopo aver addormentato il patato e prima di iniziare a preparargli la cena, e “continua” una intensa riflessione fatta ieri mattina…
“I desideri esauditi richiedono responsabilita’ “, mi piace molto…e mi vien da dire: e coraggio, perche’ poi bisogna guardare con onesta’ se stessi e non si possono piu’ accampare scuse…
Buona serata, vado a continuare a riflettere sulla “rete”…cucinando! 🙂 ma torno presto, magari al prossimo tweet!;)
Fra
Ps: sto ancora lavorando all’esercizio…spero di riuscire a finirlo per il 4!;)
Grazie per le tue riflessioni, mi ci ritrovo e tanto.
Anche io sto lavorando sulle tre parole uscite da Ruzzle: e qualche idea finalmente è arrivata.
A presto
Amo molto il concetto di sincronicità… ci rifletto tanto, spesso…
La responsabilità, e il coraggio, di compiere atti perché i propri desideri possano realizzarsi è un altro bello scoglio… per molto tempo ho cercato di fare il contrario di quello che volevo, e ci sono anche riuscita. Ora non son più capace di prendermi in giro. E il caso, o la sincronicità che dir si voglia, aiuta. Così, pian piano, metto giù i pezzi del mio puzzle, uno per volta, con calma. La gioia più grande è quando vedo apparire almeno in parte proprio quello che stavo desiderando…. e subito sento la gioia mescolarsi alla paura…
Grazie per la bella riflessione!
L’esercizio: mi piacerebbe tantissimo partecipare e lo farò se riesco a trovare il tempo. Non posso garantire ora, ma ci provo!
Un abbraccio,
a presto!
🙂
Mi sono ritrovata nelle tue parole, e tanto. Anche io spesso mi sono presa in giro, e non escludo il fatto di provarci nuovamente, in futuro.
Credo che la cosa importante sia sapere riconoscere quando stiamo giocando con noi stessi e capirne le ragioni.
Per l’esercizio di creatività con le tre parole, io mi sono più volte arenata: a questo punto spero di realizzare qualcosa di degno per lunedì!
Io comunque ti aspetto 😉
Grazia
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Salve a tutti. Come ho già detto non è la prima volta che faccio queasto percorso ma il mio senso di responsabilità rispetto ai miei sogni non si è spostato di un millimetro, cioè mi fa paura assumermi la responsabilità di realizzare i miei desideri, in campo artistico almeno. Nonostante ci sia andata vicina così tanto ho ancora paura, l’unica cosa buona è che non mento a me stessa in merito. C’è qualcuna di voi per cui questa resistenza è un vero terrore?
Rosanna
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