Headed for Sunshine

I fine settimana sono dedicati a mio figlio: se i giorni infrasettimanali vanno via veloci e il tempo insieme si ritaglia al mattino (venti minuti di biscotti e racconti dei nostri sogni) e alla sera (riti consolidati fatti di attività tranquille e storie lette ad alta voce che portano dritte a nanna), i due giorni più preziosi sono dedicati a recuperare emozioni e pensieri sfuggiti alle maglie troppo larghe del tempo.

E se ogni tanto i fine settimana sono così generosi da regalarmi qualche momento di lettura, è davvero difficile che io riesca a scrivere.

La scorsa settimana ho cercato di riassumere alcuni trucchi per scrivere comunque, trucchi che applico a seconda dei casi e delle necessità: perchè resto del parere che scrivere ogni giorno, sempre e comunque, di qualsiasi cosa, sia un ottimo metodo per rimanere in contatto con la propria parte scrivente.

I risultati di questa scrittura quotidiana (infrasettimanale, scusate) sono talvolta molto deludenti.

In questo ottobre, ad esempio, sono riuscita a partorire una serie di raccontini che si svolgono tutti in un hotel scalcagnato, uno d’altri tempi, che insieme allo smalto ha perso anche alcune lettere: da Palace Hotel a Plac Hote.

Il mio Plac Hote è diventato simbolo di questi giorni di inizio tutto: inizio scuola, inizio nuovi progetti lavorativi, inizio stagione, inizio buoni propositi.

A parte il fatto che amo gli inizi tanto quanto odio i buoni propositi, in questa forzata scrittura quotidiana (sempre infrasettimanale, scusate) ci ho messo un po’ di personaggi di passaggio, un acquario, una famiglia fracassona, un armadio, dei lavori di ristrutturazione, piccoli misteri e bellissimi disegni.

Io del Plac Hote sono la donna delle pulizie, quella che gira le camere per rifarle, ripulirle, rimetterle in ordine per i nuovi clienti: ho così un punto di vista privilegiato sulle vite degli altri, da inventare, filtrare, ricostruire attorno cose viste o ascoltate.

E soprattutto posso raccogliere gli avanzi delle vite dei miei personaggi di passaggio, che qualcosa, lasciando la stanza, dimenticano sempre.

Per ora il risultato è un breve romanzo a racconti, senza capo né coda, con episodi che funzionano da soli e cozzano nell’insieme: e alcuni personaggi così debosciati da non lasciare nulla di sé dopo il passaggio nella camera, talvolta nemmeno un letto sfatto.

Insomma, come donna delle pulizie raccolgo poco finora: nemmeno una lettera d’amore stracciata nel cestino, una borsa dimenticata sul fondo di un armadio, una rivista scarabocchiata o ritagliata, un pigiama sotto il cuscino.

Ma io non sto scrivendo un romanzo, e neppure una serie di racconti: e Plac Hote.doc è solo il nome di un contenitore di pagine scritte in ottobre, un raccoglitore di personaggi, acquari, disegni, armadi.

Questo ottobre finora è stato fantastico, con lunghe giornate tiepide e colori solari, sorridenti: solo oggi è arrivata una pioggia battente e un vento che ha costretto tanti a tirare fuori una giacca pesante, una sciarpa, un ombrello. Da qualche parte, mi dicono, pure qualche operatore della protezione civile.

Guardo quindi i vetri gocciolanti e anche oggi cerco di capire chi arriverà al Plac Hote: forse quell’uomo con il cappello, trascinato dal cane che porta al guinzaglio, o forse quella bambina, che sta tornando da scuola con una mantella che copre anche lo zaino.

Non lo so chi arriverà oggi: di certo di lui (o di lei) scriverò e poi ripasserò la stanza per vedere se avrà lasciato qualcosa per me, per quello che scriverò ancora domani.

Ma non è il Plac Hote la mia destinazione.

(immagine dalla board Pinterest di Mandy Guined)

5 pensieri su “Headed for Sunshine

    • No Vale, non è per falsa modestia: è davvero illeggibile!
      Però mi offre la possibilità di fare incontri interessanti: appena arriva il personaggio giusto lo presenterò.
      Buona notte, e non fare tardi 😉

  1. Allora diciamo che PLAC HOTE ha un gran potenziale, no? Può star lì, per i giorni a venire, di sole, di pioggia, di di di diciamo di Pietro più autonomo, che io senza bimbi per terminare il mio secondo romanzo ci ho messo quasi 3 anni. Per cui a me personalmente pare una grande idea, del resto PLAC HOTE può essere l’insegna luminose che ha perso qualche luce, dai ne abbiamo viste tutte cammin facendo, del resto il centro commerciale sotto casa mia BONOLA da tempo si chiama BONOL per cui… baci sono felice tanto che sia stato un ottimo ottobre. A presto! (spero!!)

    • Ciao Sandra,
      chissà, intanto oggi c’era il sole 😉

      Hai centrato in pieno il tema “tempo” e bambini: non è facile conciliare lavoro, figlio e passioni personali (e la qui sopra Valentina ne sa qualcosa), ma, mi dispiace, non riesco ancora a rinunciare.

      A presto (spero pure io!)

  2. Pingback: Tre Pagine (e Due Ore) Tutte per Sé | ToWriteDown

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