Vergogna!

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #11

The first Lady opera di Marcello De Angelis 2002

 

Recuperare potere creativo significa ricominciare a sperimentare consciamente una nuova apertura mentale: per farlo vanno analizzati tre elementi, rabbia, sincronicità e vergogna.

Dopo avere affrontato rabbia e sincronicità, resta da capire il ruolo della vergogna. Mi piace introdurre il tema partendo da questa citazione del filosofo e poeta statunitense Henry David Thoreau:

Il prezzo di una cosa corrisponde alla quantità di vita
che occorre scambiare per ottenerla,
immediatamente o nel lungo periodo.

Quando decidiamo di dare forma alla nostra creatività, scrivendo, componendo, dipingendo, mettiamo in gioco una parte molto profonda di noi: è come, esemplifica Julia Cameron, proiettare un fascio di luce tra i nostri ricordi, freschi o sopiti.

Creare può essere molto simile a rivelare un segreto di famiglia: la vita, come l’abbiamo vissuta, come l’abbiamo capita, viene messa nella nostra opera d’arte e, di conseguenza, mettiamo in chiaro vizi e virtù di noi stessi e delle persone a noi più vicine.

Ecco che allora la domanda che può bloccarci è questa: cosa penseranno gli altri sapendo di me questo? Perché anche se proiettato su un altro ed un altrove, su personaggi e luoghi a noi estranei, la sensazione di nudità di fronte allo spettatore è forte, così forte che diventa vergogna e può portare ad evitare la creazione.

Nel post precedente a questo ho festeggiato l’anno di ToWriteDown: tutti coloro che scrivono di se stessi su un blog pubblico sanno che non è mai facile contemperare la voglia di raccontarsi con il desiderio di non esporsi troppo, la condivisione con l’integrità.

Alla fine ci si espone e le critiche arrivano: qualche mese fa parlare del libro di Luca Bauccio Primo, non diffamare mi ha già dato modo di esprimere i miei timori legati alla visibilità in rete.

La vergogna, la paura di essere criticati blocca molti artisti in nuce: ma c’è critica e critica, bisogna imparare a riconoscere quella che aiuta a crescere e quella da cui proteggersi, perché è finalizzata solo a nuocere e a nient’altro.

Ecco che allora il suggerimento da seguire è piuttosto semplice: quando il timore di esporsi diventa troppo forte non bisogna rinunciare al confronto, il lavoro artistico va sì mostrato, ma in un ambiente sicuro, proteggendolo in una sorta di incubatrice. Diventa importante creare una rete di lettori o di spettatori affidabili da cui aspettarsi critiche costruttive.

Le critiche mirate, costruttive, si riconoscono facilmente: sono quelle che regalano fin da subito un senso di sollievo, che fanno riflettere e trovare il tassello mancante del puzzle.

Ovviamente non arrivano solo questo tipo di critiche: le critiche distruttive fanno male ma vanno comunque affrontate. Vanno ascoltate fino in fondo per individuare cosa infastidisce, cercando comunque di capire se ci si può trarre qualcosa di utile: per rincuorarsi, è importante guardare a successi e felicità passate, per poi ritornare sulla critica e capire il perché fa male, quale ferita del passato ricorda (succede così un po’ per tutto, tutto quanto ferisce oggi ricorda una ferita di ieri). 

Poi, se si è veramente arrabbiati, è possibile scaricare la rabbia (per farsela amica) scrivendo i motivi del proprio disagio e decidendo o meno di condividere la cosa con altri. Infine, la cosa più importante da fare per lasciarsi alle spalle ogni critica distruttiva è solo una: riprendere quanto prima il lavoro, ricordando che per arrivare a un buon  risultato bisogna passare attraverso a diversi tentativi.

***

Due settimane fa ho proposto un esercizio ispirato a La via dell’artista da condividere sul proprio blog o su queste pagine per percorrere la Via insieme.

Si tratta di comporre una breve storia che contenga, come parole utilizzate in senso stretto oppure come concetto richiamato, tre parole: animali divorziare asola.

Le tre parole valgono se citate in un dialogo, se utilizzate nelle descrizioni dei personaggi, degli ambienti o del paesaggio, se usate al singolare/plurale e, in caso di verbi, se coniugati.

La vostra storia può essere pubblicata lunedì 4 febbraio sul vostro blog, oppure, se non avete un blog, dove meglio preferite: se me la inviate via mail e mi autorizzate a farlo, posso ospitarla qui. E se la segnalate nei commenti, potrò raccogliere e permettere a tutti di condividere questo esercizio.

 ***

Se questo è il primo articolo che vi capita di leggere riguardo a La via dell’artista e volete seguire il percorso per il recupero della creatività, vi segnalo i post precedenti:

Gli AllenaMenti tornano lunedì 4 febbraio
con l’esercizio Dammi tre parole

(photo credits: thanks to Marcello De Angelis)

15 pensieri su “Vergogna!

  1. Questo post mi fa pure un po’ male per quanto e’ vero…la paura di dare qualcosa di se’ e “perderlo” blocca e fa male.
    Ma il soffocarsi per il timore del fallimento e del giudizio degli altri alla lunga forse fa anche peggio.
    Mi colpisce questo post, forse perche’ solo una di quelle che solo da poco ha iniziato a condividere esponendosi al mondo.
    Buona serata
    Fra

    • Ho conosciuto blogger iper eposte, consapevoli della propria scelta e intenzionate a proseguire in tal senso: d’altro canto, ho conosciuto anche blogger molto pentite di essersi anche solo minimamente esposte, e persone che non pubblicano sul web neppure la foto del proprio dito mignolo.

      Che dire? Ognuno ha un proprio modo di vivere la propria presenza sul web, modo che comunque evolve di continuo.

      Ma indipendentemente dal web, ci si espone anche solo scrivendo di sè in una lettera, figuriamoci in un racconto, in un ritratto: la vergogna è un grande censore, va conosciuta e in qualche modo capita.

  2. Ciao, apro ora per caso il tuo blog, che non conoscevo, e trovo questo post che, direi, ha fatto centro! Sì, perchè so benissimo che il timore delle critiche mi ha bloccato in moltissime occasioni della mia vita, impedendomi di espormi o conseguire successi. E’ una cosa su cui sto lavorando, cercando di capire quali sono le cause e provando e superare il blocco, ma non è semplice.
    Grazie, andrò a leggermi anche gli altri post sull’argomento (e se ho tempo mi cimento anche nell’esercizio di creatività!)
    Ciao!

    • Ciao Lucia, per prima cosa benvenuta!
      Mi fa piacere che le riflessioni qui proposte ti siano state utili e grazie per averne aggiunte di tue personali. Come scrivi, non è affatto semplice, ma lavorarci sopra, se ci tieni, è importante.
      Se vorrai unirti con l’esercizio sulle tre parole ne sarò onorata 🙂

      A presto
      Grazia

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