COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #18
Lunedì scorso sono tornata sull’abitudine delle tre pagine, quelle da scrivere tutti i giorni, per lasciare fluire i pensieri, abbandonarli sulla carta per un tempo sufficientemente lungo da dimenticarli, ripartire da lì ogni giorno.
Poiché le tre pagine accompagnano un processo di cambiamento e di trasformazione, è molto frequente abbandonarle quando un chiarimento interiore è sul punto di emergere.
Come evitare questo? Come restare ancorati ad un’abitudine che può avere risvolti imprevisti?
Ogni tentativo di abbandonare le tre pagine andrebbe accompagnato da un monito severo: sii te stesso, non dimenticare l’artista che vive dentro di te e che desidera uscire allo scoperto.
Il mio amato Checov è ricordato per una felice citazione: se vuoi lavorare sulla tua arte, lavora sulla tua vita. E’ un altro modo per dire che se si desidera avere un’arte personale, è importante coltivare e coccolare un io personale, un io da esprimere. Il che comporta, molte volte, andare controcorrente, andare incontro a giudizi e a pregiudizi – andare incontro a forti disaccordi.
Ma, alla fine, cosa fare se la tentazione di abbandonare le tre pagine si fa forte?
Tra le pagine di Julia Cameron ho trovato tre piccole ma significative indicazioni:
- coltivare la solitudine: l’incontro con se stessi porta a creare qualcosa di nuovo, non bisogna temere la sensazione di isolamento e di solitudine che crea. Più ci sentiamo in un territorio sconosciuto, più siamo sulla strada giusta per ottenere una evoluzione – si fa spazio, si lascia andare ciò che naturalmente deve andarsene per accogliere il nuovo
- pulire lo specchio: aprire il quaderno delle pagine del mattino e pensare, con semplicità e con determinazione, al fatto che si sta passando un colpo di spugna su ciò che ci allontana dal nostro vero io
- mettere per iscritto i progressi che si vogliono ottenere: trasformare le tre pagine in un diario esplicito, la testimonianza scritta delle nostre esplorazioni, dei nostri tentativi di disseppellire i nostri sogni
***
E’ il primo primo articolo che vi capita di leggere riguardo a La via dell’artista?
Volete seguire il percorso per il recupero della creatività?
Ecco tutti i post che ne parlano, a partire dai primi:
- la presentazione del libro e del metodo di Julia Cameron
- i due strumenti di base per percorrere la via: le tre pagine quotidiane e l’incontro con l’artista
- come recuperare la sicurezza, uscire dall’ombra e sconfiggere i propri personali killer creativi
- un esercizio utile e piacevole, da rinnovare lungo tutta la via: vite immaginarie
- del perché e del percome la creatività comporta un processo di cambiamento
- contro lo scetticismo e contro le vecchie abitudini
- dare un senso alla rabbia e farsela amica
- esercitare la propria creatività facendosi un piccolo dono: ritrovare il proprio io bambino e la stanza della propria infanzia
- imparare a coltivare l’interesse per la vita quale la si vede
- scrivere una breve storia partendo da tre parole date (ed ecco i risultati: questi i vostri racconti, questo il mio)
- sincronicità, ovvero salta e la rete apparirà
- affrontare la vergogna e le critiche
- provare a indagare, come un detective, se stessi
- l’importanza della condivisione: come creare un circolo creativo e trasformare le notti buie dell’anima in notti stellate
- avere il coraggio di dirsi che non sempre va tutto bene
- l’incontro con l’artista: come trovare sempre nuove idee e come alzare il tiro
- il ruolo delle tre pagine nel processo di cambiamento
Gli AllenaMenti tornano lunedì 8 aprile
Io adoro questa scrittura delle tre pagine, ma non riesco a farlo spesso e soprattutto scrivere a mano ….non c’è un software al pc? 🙂
Ci pensavo oggi, credo che una delle ragioni per cui fatico a mantenere l’impegno sia la consapevolezza di avere un bisogno molto forte di scrivere e riorganizzare continuamente ogni dettaglio delle mie giornate e dei miei pensieri, quasi una tendenza ossessiva se posso esprimermi in maniera un po’ forte.
Non vuole essere una giustificazione, anche perché so bene che lo scopo e la modalità di queste tre pagine non sono quelle di accumulare indiscriminatamente materiale (che poi mi peserebbe molto aver prodotto e non poter degnare di maggiore attenzione).
Però mi chiedo come fare a non sentire l’ansia, la sensazione di stare scrivendo tonnellate di cose di cui poi faticherò a liberarmi (o: a cui faticherò a dare un senso, a non lasciarle marcire) proprio ora che, nella scrittura come in tutto il resto, la mia parole d’ordine è: eliminare, ridurre, sfrondare.
Non so se sono stata chiara… se no, ci riprovo 😉
Parole sante che sono in sintonia con le mie riflessioni sulla scrittura…Le mie tre pagine stanno cercando affannosamente di ritrovare un posto nella mia vita, ma sono ridotte ad una e mezzo…Ci sarebbe ancora molto su cui riflettere in proposito…
Anch’io ultimamente faccio molta fatica ad arrivare a tre, ma so per esperienza quanto sono necessarie per stare bene…allora ci scrivo qualunque cosa, anche degli schemi per riordinare i miei progetti oppure dei punti in cui focalizzo gli obbiettivi da svolgere nei giorni seguenti…a volte agigungo dei piccoli disegni o qualche forma astratta che esce spontaneamente dalla penna…
L’avevo gia’ scritto, ultimamente faccio fatica a “credere” nelle 3 pagine. Sara’ che manca il tempo, sara’ che … beh…forse come dici tu sull’orlo di un cambiamento di tende a “cedere” soprattutto in periodi di “pensieri”.
Ora sto provando una strategia diversa: “usare” il blog per le 3 pagine, ovvero far fluire i pensieri su un racconto. Non e’ molto “ortodosso” e non so se funzionera’ ma ieri ho finito il primo sui miei bisnonni e oggi ne ho iniziato un altro … Forse la Cameron non approverebbe ma…vediamo!
Un abbraccio
ps se hai voglia di leggerlo e dirmi cosa ne pensi mi fa come sempre piacere, si intitola “Viaggio in un’Italia che non c’e’ piu’ ” 😉
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