COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #17
Scrivevo nel post precedente che restare lontana dal blog per quasi una settimana non è stato facile e, alla fine, ha creato un piccolo squilibrio. Negli ultimi giorni ho comunque provato a conservare un contatto con la scrittura grazie all’abitudine delle tre pagine.
Per merito loro, delle mie oramai irrinunciabili, preziose, viziate tre pagine, sto assecondando quello che, alla mia veneranda età, continuo a chiamare un processo di crescita, di trasformazione.
Crescere è un movimento irregolare verso l’alto: due gradini avanti, uno indietro.
Per ogni conquista fatta, qualcosa si perde, qualcosa involve, si torna un pochino indietro: questo perché la crescita non è un processo lineare, avviene per sbalzi improvvisi che richiedono, malgrado tutto, un po’ di inattività.
In questo contesto, Julia Cameron definisce un atto di gentilezza verso se stessi restare ancorati alle proprie tre pagine: perché continuare a fare fluire i propri pensieri è un altro modo di amarsi, di consolarsi, di lasciarsi andare.
E accettare gli incoraggiamenti e gli atti di aiuto di persone insospettabili è un altro modo per imparare ad accudire se stessi: ché, alla fine, un essere creativo è molto più produttivo sotto l’effetto delle lusinghe che delle sferzate.
Per andare nella giusta direzione, è importante seguire sempre la propria bussola interiore, quella che è bravissima ad indicarci quando siamo su terreni pericolosi: le tre pagine sono un mezzo potente per permetterci di tenere attiva la bussola interiore, così come lo sono tutte le attività dell’emisfero destro, come dipingere, modellare, correre.
E la tentazione di abbandonarle? Ogni tanto c’è anche quella: si tratta sempre di un momento difficile che coincide, nella maggior parte dei casi, con un punto di svolta importante, quando un chiarimento interiore è sul punto di emergere.
Sì, proprio così: quando si è sul punto di fare quei due gradini in avanti, si scatenano i meccanismi di difesa e si tende a trascurare, ad abbandonare le tre pagine.
La via dell’artista suggerisce qualche piccola idea per evitare di lasciarsi travolgere dalla tentazione: in un prossimo post dedicato al metodo di Julia Cameron mi riservo qualche riflessione a tal proposito.
***
E’ il primo primo articolo che vi capita di leggere riguardo a La via dell’artista?
Volete seguire il percorso per il recupero della creatività?
Ecco tutti i post che ne parlano, a partire dai primi:
- la presentazione del libro e del metodo di Julia Cameron
- i due strumenti di base per percorrere la via: le tre pagine quotidiane e l’incontro con l’artista
- come recuperare la sicurezza, uscire dall’ombra e sconfiggere i propri personali killer creativi
- un esercizio utile e piacevole, da rinnovare lungo tutta la via: vite immaginarie
- del perché e del percome la creatività comporta un processo di cambiamento
- contro lo scetticismo e contro le vecchie abitudini
- dare un senso alla rabbia e farsela amica
- esercitare la propria creatività facendosi un piccolo dono: ritrovare il proprio io bambino e la stanza della propria infanzia
- imparare a coltivare l’interesse per la vita quale la si vede
- scrivere una breve storia partendo da tre parole date (ed ecco i risultati: questi i vostri racconti, questo il mio)
- sincronicità, ovvero salta e la rete apparirà
- affrontare la vergogna e le critiche
- provare a indagare, come un detective, se stessi
- l’importanza della condivisione: come creare un circolo creativo e trasformare le notti buie dell’anima in notti stellate
- avere il coraggio di dirsi che non sempre va tutto bene
- l’incontro con l’artista: come trovare sempre nuove idee e come alzare il tiro
Gli AllenaMenti tornano lunedì 25 marzo
(Photo Credits: thanks to sxc.hu)
Io punto alle 2000 parole al giorno. Una volta fatta la media con i giorni in cui è impossibile scrivere, torno a 1000 e spiccioli che grosso modo corrispondono a tre pagine. Direi che ci siamo.
Sei un gran produttore, l’ho capito da tempo. E credo che tu abbia anche imparato a trovare i posti giusti dove scrivere. Io ogni tanto ‘sti posti non li azzecco e mi ritrovo distratta a chiedermi perché…
Per il momento mi trovo a fare i conti con dei “buchi” fin troppo frequenti e profondi. A volte mi perdo per giorni… anche una decina di fila. Gennaio era cominciato benissimo, febbraio è stato un “gol della bandiera” ed ora marzo minaccia di essere ancora peggio.
Il posto aiuta senza dubbio però… avere la possibilità di organizzarsi per variare ogni tanto e per scrivere in un posto adeguato sono una vera mano santa. In questo mi manca l’ultimo passo… l’eliminazione di ogni fonte di comunicazione con l’esterno. Niente internet e spegnere anche il cellulare. Prima o poi ci riuscirò…
Ma lo sai che ultimamente ho letto una intervista ad Andrea Camilleri sul tema della scrittura e anche lui dice di scrivere qualcosa tutte le mattine solo per rimanere ‘allenato’? E se ha bisogno di allenarsi lui…
Un abbraccio!
Credo che abbia rallentato la produzione anche lui.
La biblioteca il posto ideale in assoluto, sarebbe fantastico andarci, è vicino casa, ogni giorno, mezz’oretta. Ci posso provare. bacio
Sandra, provaci!
Evidentemente io ero arrivata al punto di svolta e qualcosa stava per sbloccarsi, perchè a quel punto mi sono arenata, bloccata ed ho abbandonato. In effetti stavo riprendendo il via, avevo ricominciato a scrivere, a riprendere in mano i miei racconti, a crederci di nuovo un po’. Cercherò di non demordere e di ricominciare. Aspetto il tuo post che le ulteriori riflessioni. Fiduciosa.
Arrivano lunedì, spero possano aiutarti.
Ultimamente le 3 pagine escono col blog ma non coi racconti … li’ mi sono proprio arenata…forse e’ davvero una questione di crederci… boh…
Fra
Secondo me, da quanto leggo sul blog, sei sulla strada giusta. La tua scrittura sta cambiando…
Confesso, le tre pagine sinora le ho scritte una sola mattina, e per di più era domenica.
Ciononostante riconosco, ed è strano per me, la loro importanza.
Penso che forse – sembra una giustificazione ma è solo prudenza – devo accontentarmi innanzitutto di non scrivere saltuariamente, ma regolarmente, secondo la disponibilità del tempo e delle idee; e in seguito cercare di adeguarmi a questo ritmo.
Magari facilitandomi il compito con un orario di sveglia e di alzata più mattiniero!
In biblioteca, ed al parco, non vedo l’ora di trasferirmi lì.
Ma già il salotto, privo di connessione internet, è una piccola conquista.
Grazie come sempre per l’accompagnamento nel percorso (intanto, ho richiesto in prestito interbibiliotecario il manuale).
Ciao Denise,
in effetti il rispetto dell’appuntamento quotidiano, la regolarità sono delle conquiste importantissime: mi sono accorta anche io, col tempo, che solo così alla fine esce quello che veramente voglio dire, voglio scrivere.
Non mollare!
Got it! 😉
Pingback: Come non abbandonare le Tre Pagine | ToWriteDown
Pingback: Astenersi dalla Lettura | ToWriteDown
Pingback: (Ancora) Una Stanza Tutta per Sè | ToWriteDown
Pingback: Non Leggere genera Debiti | ToWriteDown
Pingback: Il Diritto all’Ozio | ToWriteDown
Pingback: Il Dio delle Piccole Fortune | ToWriteDown
Pingback: Cose di Qualche Mese fa | ToWriteDown