La Regola del Perfetto Scrittore

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #8

Nudo di made (Manuale del perfetto scrittore) Aldo Busi

Certo, Aldo Busi può piacere o meno. Ma se si ama scrivere, se si vuole scrivere, potrebbe essere stimolante ritagliarsi un pomeriggio in compagnia di un suo libro: questo.

Ha un titolo allettante e, in pieno Busi’s style, affianca concetti apparentemente contraddittori a sentenze irrevocabili.

Nudo di madre (Manuale del perfetto scrittore) è stato pubblicato nel maggio 1997: la mia è una prima edizione che presenta una sovracopertina stampata anche all’interno.

Si tratta dell’explicit del libro.

Ogni volta che vi si presenti l’occasione di essere più tentati dalla vita
che dallo scriverne, siate suicidali: il resto viene da sé.

Che poi, in sintesi, rappresenta la regola aurea che Busi offre a tutti gli aspiranti scrittori e che aveva già esposto in Sodomie in corpo 11, libro di viaggi e di riflessioni sulla scrittura e sulla figura dello scrittore, dove si legge: Essenzialmente sono troppo svagato, troppo concentrato sull’incurante solipsismo delle mie giornate selvatiche e sul turbine linguistico dei miei polpastrelli per accondiscendere a togliere dalle ‘opere’ per investire nella ‘vita’ ove sia possibile una qualche conoscenza globale di qualcuno.

Sii suicidale, quindi: dedicati alla scrittura, all’opera di diventare – no, non si diventa scrittori: per Busi uno scrittore emerge – scrittore, tenendo a bada la vita.

Ne’ La via dell’artista, Julia Cameron individua nell’indolenza una delle cause dei blocchi creativi: indolenza come dipendenza dalle fantasticherie, dallo stare fuori dalla vita. Una delle convinzioni più errate sulla vita artistica è che essa sia avvolta da una massa di fantasie senza scopo: in realtà una vita creativa richiede una grande quantità di attenzione.

Per fare, per creare, è necessario una forma di equilibrio personale, e i pensieri equilibrati vengono formati dall’attenzione, dalla capacità di rimanere completamente immersi nel flusso della vita, prestando sempre una grande attenzione al presente.

Allora, cosa è meglio fare per sentirsi pienamente ispirati? Vivere appieno o allontanarsi dalla vita? Trovate anche voi difficili da conciliare le affermazioni dello scrittore italiano e quelle della scrittrice statunitense?

Ci ho riflettuto. E’ vero, sembrano distanti, ma restare nel flusso della vita, prestare attenzione a ogni evento, ad ogni dettaglio, ad ogni persona, non significa necessariamente abbandonarsi alla vita.

Significa, per dirla come Henry Miller, coltivare l’interesse per la vita quale la si vede.

Per la gente, le cose, la letteratura, la musica: il mondo è così ricco, vibrante di tesori, belle anime e persone interessanti. Dimentica te stesso.

***

Se questo è il primo articolo che vi capita di leggere riguardo a La via dell’artista e siete interessati a capire da dove si parte, vi segnalo i post precedenti:

Gli AllenaMenti tornano lunedì 14 gennaio

18 pensieri su “La Regola del Perfetto Scrittore

  1. Personalmente scrivo di piu` e meglio quando ho sperimentato e pure intensamente, la mia scrittura viene dallo starci dentro alla vita. L’indolenza e` una condizione molto tipica della giovane eta`, da ragazzi si scrive anche di cose che non si sanno, di fantasticherie appunto. Da adulti no, le cose provate sono troppe e spingono da dentro per fissarsi sulle righe. A me capita che si affastellino sulla punta della penna e se non mi sbrigo mi sfuggono tutte o meglio mi sfugge l’intuizione necessaria ad esprimerle. Busi non so se riuscirei a leggerlo, troppo articolato per i miei gusti, ma accetto il suggerimento grazie.

  2. Ciao ToWriteDown, ho percorso La via dell’artista dieci anni fa e la tua iniziativa mi riempie di una gioia particolare, un misto tra l’entusiasmo provato tanto tempo fa e la curiosità di riprovare La via, condividendola stavolta con un gruppo 😉

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