Libri che non Possono Aspettare

Uno dei miei obiettivi per questo autunno è quello di acquistare una nuova libreria: ho ancora una trentina di scatoloni pieni di libri che girano per casa dopo l’ultimo trasloco (terminato un anno e mezzo fa, sigh!) e che non so dove sistemare.

Mentre immagino come dovrebbe essere questa benedetta libreria, penso che gli editori dovrebbero trovare una soluzione per chi, come me, nonostante gli ebook, continua ad accumulare parecchi libri cartacei: che so, formati speciali, carta ultrasottile, copertine che si ritraggono o si stringono, libri-spugne che si allargano solo a contatto con un liquido.

Poi girando sul web, ho trovato una notizia di circa due mesi fa: per lanciare gli autori emergenti, la casa editrice argentina Eterna Cadencia ha creato un libro che si autodistrugge nel giro di due mesi. Davvero?

Nel nostro Paese si pubblicano ogni anno migliaia di nuovi titoli, duecento circa al giorno, una vera e propria iperproduzione editoriale che per forza di cose obbliga ad accorciare la vita di un libro sugli scaffali delle librerie e a iniziare le campagne promozionali prima della sua disponibilità, per creare attesa e ordini.

Non credo di andare molto lontano scrivendo che oggi il tempo di permanenza in libreria di un libro che vende poco non supera il mese: ed è anche per questo motivo che spesso i titoli, anche nelle librerie più fornite, vanno ordinati.

Probabilmente le cose vanno così un po’ dappertutto se una casa editrice argentina ha una idea così provocatoria: una idea, del resto, che evidenzia come la vita di un libro sia troppo breve anche per i ritmi della nostra società, come sia impossibile dare la giusta  rilevanza in un panorama così vasto di titoli e di copertine, e, infine, come sia poco probabile per un autore poco noto, figurarsi un esordiente, farsi conoscere.

La casa editrice argentina Eterna Cadencia pubblica un’antologia di scrittori latino-americani emergenti con un inchiostro che, a contatto con luce e aria, scompare, prima progressivamente e poi definitivamente, nel giro di due mesi. Due mesi di tempo per leggere, quindi.

I libri, si legge sul blog della casa editrice, sono oggetti pazienti. Noi li compriamo e loro aspettano di essere letti per giorni, mesi, a volte addirittura anni. Questo per i libri non è un problema ma per i loro autori sì. Se le persone non li leggono, non avranno mai la possibilità di scrivere un secondo libro.

Insomma, la responsabilità viene posta in capo ai lettori, che dovrebbero velocizzare i loro ritmi di lettura: penso ai miei scatoloni che contengono molti libri che non ho ancora letto, e che stanno aspettandomi pazientemente, penso al fatto che c’è un momento giusto per leggere ogni libro. E non mi ritrovo d’accordo con questa responsabilità riversata sui lettori.

Il libro in questione si intitola El libro que no puede esperar, proprio Il libro che non può aspettare: i suoi lettori dovranno ricordare che devono finire tutta l’antologia entro due mesi dopo avere aperto la busta trasparente che mantiene le pagine sottovuoto.

Se volete vedere questa bizzarra edizione, potete farlo qui: io torno a progettare la mia libreria per tutti i libri pazienti che possiedo.

16 pensieri su “Libri che non Possono Aspettare

  1. No vabbè ma questa casa editrice non la capisco proprio, se il libro me lo voglio rileggere a distanza di 1 anno non posso perchè le pagine saranno diventate bianche? Ma che tristezza è? In bocca al lupo per la libreria!

    • Ciao!
      Grazie per gli auguri, una libreria è davvero un oggetto importante per chi come noi ama i libri e la scelta è difficilissima.
      Ho fatto la tua stessa riflessione sul fatto di ritrovarsi con un libro dalle pagine bianche: che farsene? Beh, considerata la bella copertina, potrebbe diventare una bel taccuino per gli appunti. Come sai, non si ha mai abbastanza spazio per quelli!

  2. A me mette un po’ d’ansia un libro che dura solo due mesi? Come farei a fare come ora che ho tre libri iniziati e li porto avanti tutti e tre a seconda di cosa ho voglia di leggere al momento? e se voglio rileggerlo? e se voglio regalarlo? Poi purtroppo ti confemo la tua ipotesi di vita di una novità in libreria…ma il problema sta molto a monte e la soluzione non è certo l’autodistruzione!
    Buon lavoro con la libreria nuova, e sbrigati che i libri nelle scatole soffrono 😉

    • Persa che alcuni scatoloni sono di un trasloco precedente, non sono mai stati aperti oramai da sei anni: o meglio, vengono riaperti quando per la disperazione devo cercare un titolo di cui ho urgenza. E poi richiusi.

      Libreria cercasi!

  3. Sai cosa? Se io non amassi i miei libri in maniera cosi’ egoistica farei swap, li regalerei alle charity (Edinburgh ne era piena, uno ad ogni angolo), li lascerei su una panchina perche’ li trovino altri lettori…ma non sono riuscita a mollare neanche un titolo della Kinsella brutto ma brutto che avevo acquistato a giugno per esercitare l’inglese, avevo la valigia troppo pesante, ma non ce l’ho fatta a lasciarlo!
    Scake

  4. sì, ne avevo già sentito parlare. Per la libreria come forse ricorderai abbiamo preso il mobile denominato mobile dei sogni per molti libri e oggettistica, a primavera. Però un’altra libreria big size forse la compreremo quando rifaremo la stanzetta. baci a presto

  5. Io ho già i libri stipati all’inverosimile in un modesto tre vani! Mi sono convertita agli ebooks, ma non tutti i libri che mi servono sono in formato digitale… però il libro che si autodistrugge mi pare tanto una cosa triste…

  6. Che ansia il libro che si autodistrugge!! Io ho libri che mi aspettano da anni!! Però è un’idea che ha qualcosa di tremendamente struggente…

  7. Pingback: Quanti Desideri hai? | ToWriteDown

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