“Se avessi molto denaro”

Čechov disse un giorno a Gor’kij

Cechov e Gorkij

Settimana scorsa parlando del mio personale percorso lungo La via dell’artista di Julia Cameron affrontavo un tema tabù per molti, quello del denaro.

Mi sono ricordata di cosa ne pensava il mio amato Čechov, o meglio, di quello che Gor’kij ricorda di lui nel suoi Incontri.

In pochi scrittori, come in Gor’kij, il motivo della cultura, quale strumento di vita, quale mezzo di emancipazione intellettuale e civile, diviene un leitmotiv della sua opera.

Nascono così i ricordi su Čechov, della cui personalità umana e letteraria l’autore ravvisa nella spietata chiarezza e nell’avversione per la trivialità i tratti decisivi.

La casa editrice SE ha proposto tanti anni fa, troppi anni fa, Incontri di Gor’kij nella collana Saggi e documenti del Novecento: di questa edizione, purtroppo fuori catalogo da diversi anni, Ignazio Ambrogio scriveva la postfazione da cui sono tratte le frasi riportate qui sopra.

Ma di Incontri riparlerò, perché, abbiate pazienza, non posso farne a meno.

Intanto mi appunto il prezioso ringraziamento che devo a questa raccolta di impressioni delle frequentazioni di Gor’kij, tra cui si annovera il mio amatissimo Anton: ché lui, Anton, aveva occhi grigi, mani dalle lunga dita e un sorriso sincero ed irresistibile.

Ho sempre ammesso di avere un debole per un uomo così.

4 pensieri su ““Se avessi molto denaro”

  1. SENECA: la felicità
    Cos’è la felicità? E’ conseguibile in questo mondo (come volevano Platone, Aristotele, Teofrasto e Cicerone) o in un ultraterreno (come pensavano Lattanzio e Agostino)? Seguendo l’etica stoica e in contrapposizione con la filosofia epicurea, Seneca sostiene che la felicità risiede non nel piacere ma nella virtù, in una vita conforme alla nostra natura, cioè secondo ragione. Polemizzando poi con coloro che accusano i filosofi di vivere bene, in contrasto con i loro insegnamenti, dice che il saggio, pur possedendo la ricchezza, non se ne cura, come non si cura del piacere, del dolore e della salute, ma che comunque preferisce prendere il meglio dalla borsa della Fortuna. Forse, in un mondo di contraddizioni, in cui va bene tutto e anche il contrario di tutto, la vera saggezza sta nella pura contemplazione e la vera felicità nel non aver bisogno di felicità.

    • Ciao Francesco,

      Io non lo so cosa sia la felicità. Ogni tanto la sfioro, la trattengo, ma me ne accorgo dopo. Me la godo nel ricordo più che alto.

      Grazie per essere passato di qua, a presto.

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