Favole al Telefono

QUAL E’ LA VOSTRA PREFERITA?

 

Favole al telefono è una raccolta di racconti di Gianni Rodari: i suoi cinquant’anni li porta benissimo, con la freschezza della primavera.

Ho riletto alcune delle favole della raccolta proprio nell’ultima settimana dopo avere acquistato la nuova edizione disponibile nella collana La Biblioteca della Fantasia, in edicola con Il Sole 24 ORE ogni sabato: il mio nuovo volume di Favole al telefono riporta le illustrazioni dell’edizione originale, realizzate da un Bruno Munari ispirato e giocoso, quasi in competizione con le invenzioni di Rodari.

Molti dei miei libri di infanzia, che tra l’altro avrebbero più o meno la mia età, sono andati persi diversi anni fa, nel corso di un burrascoso trasloco: questa è quindi una occasione interessante per riacquistare quelli che mancano, allo scopo di costruire quella che spero sarà a breve una piccola biblioteca per mio figlio. 

Quando un libro contiene tante storie è inevitabile che ce ne siano alcune più care, e una o due preferite: in questa settimana di lettura, Pietro non si è mostrato a dire il vero molto interessato. Questo libro non attira ancora del tutto la sua attenzione e forse è troppo presto per proporglielo: però c’è una favola che ascolta molto volentieri, quella dal titolo Il semaforo blu.

Il motivo di questo interesse è legato ad un altro libro illustrato, Rosa Limone di Hervé Tullet, un libro gioco che diverte molto i bambini con le sue dichiarazioni assurde: tra queste un affascinante semaforo viola che ha cambiato da qualche tempo le nostre conversazioni durante le soste in auto agli incroci.

– E’ viola mamma?
– No Pietro, è rosso.
– E quando diventa viola?

Aspetto ora che la prossima domanda sia : E quando diventa blu?

Una volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi.

– Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?

Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l’insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai.

In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano: – Lei non sa chi sono io!

Gli spiritosi lanciavano frizzi: – Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci unavilletta in campagna.

– Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.

– Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l’olio d’oliva.

Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all’incrocio adistricare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente.

Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare:

“Poveretti! Io avevo dato il segnale di via libera per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio.

E voi, qual è la vostra favola preferita di Rodari?

Con questo post partecipo all’iniziativa il Venerdì del libro, che vi invito a conoscere.

30 pensieri su “Favole al Telefono

  1. Ah che belle le favole di Rodari! Alle elementari, sia in prima che in seconda, a metà dei lontani (ma non lontanissimi) anni novanta, ci diedero dei libri di Rodari come libri di narrativa. Poi avevamo imparato prestissimo a leggere quindi ci servivano sia come esercizio che come “svago” perchè erano divertenti. Come dimenticare la divertentissima Alice cascherina o Lo zio è il padre dei vizi? Devo cercare questi libri sugli scaffali a casa, mi piacerebbe molto rileggerli!

  2. Ah no, il titolo non era “Lo zio è il padre dei vizi”, ma qualcosa come “Processo al nipote” o “Per colpa dell’apostrofo”, non ricordo bene. Comunque il succo è quello 😛

  3. Di Rodari ho riconosciuto la grandezza più da adulta. Da piccina, lo ammetto, mi annoiava un po’. Adesso, con il telescopio della consapevolezza, ne comprendo la forza dirompente. Allora preferivo altre strade…

    • Devo dire che in tanti la pensano come te e ritengono le favole di Rodari più da grandi.
      Io sognavo sulle sue filastrocche anche da piccina, ma il vero senso, lo ammetto, l’ho colto molto dopo.

  4. alle elementari dovevo leggere un raccontino a tutta la classe e scelsi il semaforo blu. Rodari non ha rivali davvero. Me ne innamorai da subito grazie anche alla maestra che ne era grande fan. Ricordo quella della pioggia di confetti su Piombino, e quella di Appollonia e la marmellata. Abbraccione grazie per questi ricordi tanto preziosi

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  6. Ricordo diverse favole (quasi tutte di Rodari) che hanno segnato il mio percorso fanciullesco, grazie alla mia poderosa memoria da pesce rosso, però, mi sovviene tra i tanti solo un titolo: “Il paese con la “s” davanti.”

    • Ottima scelta…

      Poi abbiamo lo “staccapanni”.
      – Vorrà dire l’attaccapanni.
      – L’attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro “staccapanni” è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c’è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C’è lo staccapanni d’estate e quello d’inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi.

  7. Ciao Grazia!
    Bella la tua proposta di oggi, e come potrebbe non esserlo? Più o meno a tutti ricorda la propria infanzia. Di Rodari a casa abbiamo tutto. Le preferenze cambiano a seconda dell’età. Se ad Edoardo piacevano tanto i racconti di Animali senza zoo, ultimamente apprezza I viaggi di Giovannino Perdigiorno o Gelsomino nel paese dei bugiardi. Tommaso è invece tuttora fedelissimo di Le avventure di Cipollino.
    Ciao!

  8. A me e alle mie bimbe è sempre piaciuo tanto “A inventare i numeri” (mi sembra che il titolo sia così). Scherzando e ridendo abbiamo inventato anche noi le nostre tabelline che da quel momento sono diventate facilissime da ricordare…..

  9. Ma non vale… ho lasciato un commento ma non l’ha salvato! Chissà che danni ho fatto. Vabbè, ci riprovo. La mia preferita in assoluto di Rodari è Storia universale. L’ho amata da subito quando l’ho letta sul libro di eltture delle elementari. Inoltre associato a Rodari ho un ricordo troppo simpatico. Alle suepriori epr me scrivere un tema era come giocare al lotto, poteva andare molto bene o essere un disastro… ci sarà un motivo se sono finita a fare la programmatrice no? Tornando alla prof, alla riconsegna di un tema il cui titolo era “Scrivi il tuo breve racconto” mi dice:”delizioso il racconto, decisamente alla Rodari”. Avevo i lacrimoni dalla gioia. Ovviamente mai più successo…

    • La tua creatività sfocia altrove, lo sai benissimo!!!
      Che bello il tuo ricordo da alunna: mi ha fatto venire in mente la grande soddisfazione che ho avuto modo di provare anche io, con questi riconoscimenti dati dai prof e del tutto, molto spesso, inattesi.
      A presto!

  10. Ma sai che da ragazzina l’ho letto ma poi è andato perso chissà dove? Devo riprocurarmelo, è troppo bello 🙂 Rodari è un maestro.
    Non ricordo le singole favole, purtroppo….perciò devo rileggerlo appena posso 😉

  11. Pingback: Homemademamma » Venerdi’ del libro: “I tre porcellini” fai da te

  12. “il ragioniere e la bora” è quello che mi viene in mente subito, ma mi piacciono quasi tutte, e le ho quasi tutte, fiabe lunghe un sorriso, il paese degli alberi di natale, il libro degli errori… anche io condivido però che rodari è ‘da grandi’. Nic non ne vuole proprio sapere!

    • E’ stata per molto tempo la mia preferita, Il ragioniere e la bora, l’avevo rivestita di un significato tutto mio. E avevo 24 anni, in effetti avevo superato da un po’ l’infanzia…

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