Il Colore dei Soldi

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #28

Daniela Tomerini Soldi d'artista

Tra i primi post che ho dedicato al percorso de La via dell’artista ce ne sono tre che sono stati per me molto importanti, da leggere spesso, ogni volta che ho bisogno di per ritrovare motivazione, fiducia, coraggio.

Il primo è dedicato all’abbattimento dei killer creativi, quei fattori, umani o materiali, che intralciano il percorso e che devono essere eliminati per riuscire a recuperare sicurezza e uscire dall’ombra.

Il secondo ha una foto che a me piace molto, in apertura: una scritta a penna nera su un quaderno a righe, una scritta che dice, con semplicità, one day can change everything. Che poi quando la scelsi, quella foto, ero ancora dubbiosa, eppure no, ve lo assicuro, è così: quando si decide di fare uscire l’artista che è in noi può davvero capitare di tutto.

Il terzo, infine, è un post che propone un esercizio per incentivare il cambiamento, per eliminare vecchie abitudini e invitare a provare nuove strade: suggerisce di tentare approcci differenti per riuscire, una volta per tutte, a  mettere da parte lo scetticismo ed esplorare a fondo nuove possibilità.

A questi tre post, per me molto importanti, oggi ne affianco un quarto, questo, per esorcizzare una delle false giustificazioni che chi sta cercando di recuperare creatività racconta a se stesso, per impedirsi di fare quello che desidera realmente per sé, per le proprie aspirazioni, per i propri talenti: la falsa giustificazione del non me lo posso permettere, del non ho denaro per farlo.

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Like a Detective

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #13

Un grande detective Sherlock Holmes

C’è un piccolo ma significativo pensiero che ricorre in vari passaggi de La via dell’artista: Julia Cameron è convinta che le persone bloccate a livello creativo siano, in realtà, quelle con maggiore potenziale creativo.

Si tratta di persone che trattengono questo potenziale, quasi come se avere talento fosse una colpa.

La modestia, l’umiltà, la poca fiducia, la razionalità che gli altri (famigliari, amici, colleghi) richiedono in continuazione, sono elementi che spingono tutti verso un unico risultato: trattenere il potenziale e disperdere le energie creative.

Ecco un piccolo allenamento per provare a indagare, come un detective, se stessi. Continua a leggere

Rabbia Amica

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #6

Angry Cat

Quante volte vi arrabbiate in una giornata?

Ora non ditemi neanche una volta, raramente o talvolta, tanto meno mai che non ci credo: io mi arrabbio spessissimo, come minimo una mezza dozzina di volte al giorno.

Mi arrabbio con me stessa, con il tempo, con gli automobilisti, con mio figlio, mio marito, i colleghi, il capo, il cibo, il giornale, la televisione, la pubblicità, le mail…il tempo l’ho già scritto? Sì. E sì, fa tanto vecchia bacucca, ma giovanissima non sono.

Sono molto orgogliosa della mia rabbia. Dopo anni passati a fare finta di niente e ad abbozzare sono giunta alla conclusione che la rabbia vada sempre e comunque ascoltata: e non sono la sola a pensarla così. Continua a leggere

La Torta della Vita

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #4

One Day

Nella seconda lezione Julia Cameron affronta il tema del recupero dell’identità.

Qui ve lo presento, come sempre, in my way. Recuperare la propria identità non significa cercare di essere sempre se stessi, coerenti fino alla fine con quello che si era dieci, venti anni prima: del resto, in tema di coerenza, sapete già come la penso.

Si tratta piuttosto di accettare il cambiamento, di afferrarlo e farlo proprio, trasferendolo nel proprio sé: citando Elisabeth Kübler Ross, considerata meritatamente la fondatrice della psicotanatologia, è necessario imparare a mettersi in contatto con il silenzio che sta dentro di noi per riconoscere e comprendere che tutto, a questo mondo, ha un fine.

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Second Life

COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #3

 

Uno degli esercizi che ho trovato più piacevoli e divertenti anche da rinnovare lungo tutta la via dell’artista è quello che Julia Cameron chiama vite immaginarie.

Basta rispondere sinceramente a una domanda: se aveste a disposizione altre cinque vite che cosa fareste in ognuna di esse?

Un altro esercizio da affrontare in modo quasi istintivo, senza essere troppo cerebrali, ammettendo con se stessi quella che davvero è la vita che attrae di più, al di là di inibizioni culturali e pregiudizi.

E dopo la parte migliore: scegliere una di queste vite e, per una settimana intera, provare a viverla! Fa sorridere? Sì, fa sorridere: ma regala tantissima energia positiva e fiducia in se stessi.

Oggi non vi racconto la mia esperienza diretta con le vite immaginate: lascio invece la parola ad una blogger che ha già percorso parte della via dell’artista e che proprio grazie a questo piccolo esercizio ha cominciato ad esercitare un suo prezioso talento.

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