Pianissimo. Libri sulla Strada

I miei libri per Pianissimo in Schigera

 

Domani Pianissimo, il progetto per la promozione della lettura, arriva e si ferma un poco a Milano. Prima a Cascina Cuccagna, poi in Scighera, e poi ancora nei dintorni fino ai giorni di fiera, di Fa la cosa giusta.

In Scighera si terrà un reading collettivo: ho scelto questi libri da portare con me.

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Letture del 2013

DI CUI NON HO TROVATO IL TEMPO DI SCRIVEREQuello che ho letto nel 2013

Avevo salutato il 2012 riepilogando le migliori letture dell’anno.

Questa volta voglio chiudere il 2013, e fare a chi passa di qui i miei migliori auguri per il 2014, archiviando fotograticamente le letture dell’anno appena trascorso di cui non ho trovato modo, per un motivo o per l’altro, di scrivere.

Raccolgo qui solo le letture amate, ché un po’ di ciarpame, diciamolo, è pure capitato, nel mucchio. Di queste letture scriverò nel 2014, forse: o non lo farò, non lo so.

E tralascio di citare quelle fatte grazie al mio Kindle, in formato elettronico: a quelle magari dedico davvero un capitolo a parte.

So per certo che tutte, tutte quelle che qui lascio scorrere come scatole che racchiudono mondi – altro e altrove in cui immergersi – tutte mi hanno lasciato qualcosa, piccoli frammenti di vita, disperazione, felicità, dubbi, risposte, amori, odi, sorrisi, lacrime che ho raccolto e che oramai fanno parte di me.

E chi avrà la pazienza di arrivare fino alla fine della lunga carrellata di foto, troverà pure i miei auguri.

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Constance, L’Estranea di Patrick McGrath

 

Mi restano poche pagine, una ventina o poco meno, per terminare Constance, L’estranea nell’edizione italiana: non posso centellinarle ancora, finiranno nell’ultimo viaggio in metropolitana della giornata, e stasera sarò orfana.

E’ la sensazione che provo ogni volta che arrivo alla fine di una storia narrata da Patrick McGrath, scrittore inglese di cui ho amato l’inarrivabile Follia, uno dei miei libri preferiti di sempre: è davvero difficile non fondersi con i suoi personaggi, mantenere in qualche modo uno sguardo distaccato su vite che assomigliano pericolosamente alle nostre.

Una sensazione che Diletta Parlangeli ha descritto molto bene nella sua recensione per BOL, scrivendo che è davvero una sfida mantenere la distanza di sicurezza dai personaggi di questo autore. Una sfida, tra l’altro, che io perdo sempre. Continua a leggere