La mia opinione è che sia il solo scrittore in prosa che abbia immaginazione e valore, apparso negli ultimi anni tra i popoli di lingua inglese.
Anche se si potrebbe obiettare che la mia sia una valutazione eccessiva, bisognerebbe ammettere che Miller è uno scrittore fuori dell’ordinario, a cui val la pena di rivolgersi più a lungo che con un semplice sguardo; dopotutto essendo come scrittore completamente negativo, non costruttivo e amorale, una specie di semplice Giona, uno che accetta passivamente il male, una sorta di Walt Whitman tra i cadaveri.
Questo è quanto scrive George Orwell a proposito di Henry Miller nel saggio del 1940 Inside the Whale.
In fin dei conti, Orwell è stato uno dei primi a riconoscere il talento di Henry Miller, consapevole che i libri non devono essere sempre seri e costruttivi per avere valore letterario.
Henry Miller ha lasciato un bel lascito a chi vuole scrivere, o meglio, non può fare a meno di scrivere: undici comandamenti undici. Continua a leggere