A Te che te ne vuoi Andare

Italiani che emigrano dopo le elezioni politiche 

In mattinata ho litigato (discusso mi sembra troppo poco) con tre persone.

E non per i risultati delle elezioni, ché sono sempre del parere di Voltaire (sì, anche se con gran fatica a volte): secondo me, in una democrazia, ognuno resta libero di votare per chi crede (e libero di continuare a prendere le stesse cantonate per vent’anni).

Quello che mi disturba, e tanto, è questa cosa del io parto, me ne vado,  del non voglio fare crescere i miei figli in questo Paese e del facciano quello che vogliono, io vado all’estero.

Ecco, io non credo che tutti coloro che hanno deciso di espatriare e di vivere all’estero lo abbiano fatto in segno di resa, ma chi lo progetta ora, nell’attuale contesto, mi fa immensamente incazzare.

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Ieri di Agota Kristof

Ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e nient’altro.

Un anno fa, il 27 luglio 2011, moriva Agota Kristof, ungherese, scrittrice del dolore e dell’esilio: la sua fama è legata alla Trilogia della città di K, Le grand cahier insieme a La preuve e Le troisième mensonge.

Di lei ho molto amato Ieri ed è così che oggi la voglio ricordare. Continua a leggere

Mare al mattino di Margaret Mazzantini

Taliani in Libia e libici in Italia

L’Italia è terra da raggiungere, meta di flussi migratori da Paesi in guerra o in povertà: una primadonna dopo essere stata per lungo tempo terra da abbandonare e avere prodotto una emigrazione, massiccia e volontaria, verso il nord Europa, gli Stati Uniti, il Sud America, l’Australia. Un fenomeno così massivo che oggi ovunque si vada è consueto trovare, solitamente con grande soddisfazione, un italiano residente di prima, seconda, terza, quarta generazione.  Continua a leggere