Quattro

Quattro

Vi piace il numero quattro? A me non tantissimo, ma non per la forma, che trovo molto divertente; credo sia perché non ha mai avuto un ruolo importante nella mia vita.

Oggi, però, con il quarto compleanno di questo mio blog un pochino bistrattato, lo prendo in considerazione, ne cerco il senso e me ne approprio.

Quattro è il numero della materia, della concretezza, della solidità, della giustizia. Al quattro fa riferimento il simbolo della croce, che in origine rappresentava l’unione degli opposti.

E’ il numero che porta l’ordine, l’organizzazione e la responsabilizzare, che sviluppa l’autodisciplina e allontana dalle bizzarrie. E’ cautela e tradizione. Sembra fare un po’ vecchio e stantio, ma non è così; alla fine, è dalla tradizione che si deve partire se si vuole davvero innovare.

Come da un tradizionale vestito da sposa, simbolo di un nuovo inizio, questa sarà una nuova pagina bianca.

Buon compleanno, quindi, ToWriteDown: riparti da quel che sai, da quel che hai, e vai avanti.

Un Anno da Principessa

Un anno da principessa

Quando sei stanca di vedere una domanda che ti fai fin troppo spesso, quel Chi ti credi di essere che ti ha fatto amare Alice Munro più di ogni altra cosa.

Quando decidi che il tempo che stai usando per scrivere e per diventare grande lo puoi impiegare anche meglio.

Quando ti ricordi il perché, quasi quattro anni fa, avevi pensato fosse una buona idea condividere la fatica e la ricerca, gli errori e i successi.

Quando incroci un amico che fa il tuo stesso giro e ti ricorda che questo spazio è importante e ti chiede di ritornarci.

Quando succedono tutte queste cose qui sopra, ecco che ti ritrovi con te stessa e il tuo blog e ti dispiace averlo trascurato, avere pensato che fosse tempo per altro, che forse poteva accartocciarsi su se stesso e essere dimenticato.

Ti dici che invece no, che c’è tempo per tornare anche qui, per mettere qui tante cose, tutte le cose belle o brutte che arriveranno nel 2016, in questo anno che, te lo sei già detto, sarà un anno da principessa.

E allora via, si riparte.

Chapter #3

chapter 3

 

Buon compleanno, ToWriteDown: con questo, sono tre anni.

Grazie per avermi accompagnata in questo percorso. Grazie per avermi fatto conoscere così tante belle persone. Grazie per avermi restituito alle mie passioni. Grazie per avermi fatto capire che non sono sola. Grazie per avermi costretta a stare sveglia e all’erta anche quando volevo solo raggomitolarmi e non pensare. Grazie per avermi instillato il dubbio (di qualsiasi tipo). Grazie per avermi fatta vergognare. Grazie per non avermi fatta fermare.

Ti dedico quella domanda, quella della foto. Me ne sto ricordando un’altra, che però non è una domanda, adesso, e che non so di chi sia, come quella sopra. Ti dedico pure questa:

L’uomo che ha raggiunto il successo e l’uomo che ha fallito sono esattamente nella stessa posizione. Entrambi devono decidere cosa fare dopo.

Fa sì che non me le scordi mai.

Tutto partì da una Faccia Buffa

COME AVVICINARE I BAMBINI ALLA LETTURA: L’INIZIATIVA AMOLEGGERTI

tutto partì da una faccia buffa_nati per leggere

 

Questo è il primo libro che ho sfogliato con Pietro, proprio questo qui, tutto ammaccato e tenuto insieme con il nastro adesivo, Guarda che faccia della Giunti Kids, consigliato dal programma Nati per leggere.

Prima di lui c’è stato altro, soprattutto figurire in bianco e nero su cui imbastivo lunghe storie che piacevano, probabilmente, solo a me. Pietro era troppo piccolo per protestare o per fare commenti di qualsiasi tipo: però ascoltandomi a volte cantava, o meglio, intonava qualcosa che sembrava una cantilena, e io continuavo.

Quello che ho sempre desiderato, infatti, è di passare a mio figlio la passione per la lettura: permettergli di diventare un lettore, fargli, in questo modo, un grande dono – insegnargli che esiste sempre la possibilità di moltiplicare il tempo e le emozioni grazie solo allo spazio di una pagina scritta.

Di questo parlo oggi sul blog di Federica MammaMoglieDonna, che ospita una mia intervista: anche Federica promuove la lettura per i bambini e lo fa attraverso il suo blog (con l’iniziativa AmoLeggeti a cui partecipo oggi), attraverso una preziosissima pagina Facebook, La biblioteca di Filippo – Libri per Bambini e anche con #letturadellabuonanotte, un hastag a cui partecipano tante mamme lettrici.

Buona lettura!

Haiku. Per me e per te.

MICA BISOGNA ESSERE GRANDI PER FARE POESIA

Vivian Maier_May1955_New York

 

Gli haiku sono piccoli componimenti poetici formati di diciassette sillabe: cinque nel primo e nell’ultimo verso, sette in quello di mezzo.

Fanno parte della tradizione letteraria giapponese, anzi ne rappresentano una parte molto importante: sono, in tal senso, l’essenza più profonda della cultura nipponica. Testimoniano, con le loro diciassette sillabe ogni volta diverse, l’inadeguatezza del linguaggio nella definizione della realtà e della verità.

C’è un un progetto in rete che ha un nome poetico: Haiku seduti sotto la luna.

Coinvolgono persone di tutte le età nella realizzazione di haiku. Poiché gli haiku si prestano ad essere creati anche da chi non sa scrivere, io ho coinvolto Pietro che per Haiku seduti sotto la luna ha composto la sua prima poesia: è l’haiku numero 287. Continua a leggere