Stavo pensando oggi al vento di Trieste, qui, in questa pioggia di Milano.
E mi è venuta in mente una frase che va tanto di moda sui social network: mi è capitato di recente di vederla passare nella mia TL di Twitter e in quella di Facebook, impaginata su foto, con lettering vezzosi, in due o tre versioni leggermente diverse le une dalle altre.
Dice, questo stralcio di poesia di Alda Merini diventato di recente famoso:
Nessuno mi pettina meglio del vento
Il vento di Trieste, al vento di Trieste, pensavo.
Mentre ci sei dentro, nel vento, vorresti solo uscirne: ti dà fastidio ai capelli, agli occhi e alle orecchie.
Più tardi, in un momento di calma, un momento senza vento, il vento ti manca: pensi che avresti potuto godertelo di più, porgere tutto il viso, i capelli lasciati scolti, il foulard a sbattacchiare e a fare altro rumore – pensi che il vento ha un suo significato e che devi imparare a coglierli sul momento, il senso e il vento, non rimpiangerli dopo.
Ho pensato che questa idea di vivere il vento nel momento, quando soffia forte e si fa sentire in ogni modo, e basta restarci dentro per sentirlo bene – questa idea di vento potrebbe benissimo essere applicata ai tanti momenti di fastidio e di adesso scappo via che si rincorrono continuamente nella vita.
Ai momenti che tu chiami di ansia, quella che sale e sale e sembra non volersene andare via, e ci sei dentro, proprio come dentro al vento di Trieste.
Dovrei dirti quindi, dopo la lezione che mi ha insegnato il vento di Trieste, dirti che restare nel momento significa anche questo – stare lì, non scappare, restare dentro per capire a cosa serve esattamente quello che provi, quello che ti sembra succedere e che non succede.
Che anche l’ansia, come il vento, serve a qualcosa.
“Anche questo passerà”. A questo mi hai fatto pensare tu con il tuo vento di Trieste. E a tutte le volte che mi è stato detto. Anche a questo serve il vento. Lui passa e se ne va e tu ti ritrovi un po’ spettinata ma un passo avanti.
Hey ma hai visto il mio post di ieri, sul blog? Anche io parlo del vento 😉
Smack.
Hey, no, non avevo visto, ma ho rimediato ora. Bellissimo!
Certo che la tua bimba è cresciutella, e il vento tira nella direzione opposta 😉
Non è mica mia figlia, Grace! È la foto presa dalla copertina di Non lasciarmi di Ishiguro 🙂
No vabbè, lo avevo capito…donna di poca fiducia! 🙂
No vabbè, io sono scema 😉
bellissimo questo post Grazia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
condivido in pieno. Non fuggire al vento per vivere tutte dico tutte le emozioni e lasciarle fare il loro corso … senza paura di quello che può succedere. Mi viene in mente un frase che mi piace tanto a proposito della paura che ci fa scappare via dal “vento”. «La Paura bussò alla porta, il Coraggio andò ad aprire e … non trovò nessuno».
Buon Vento!
Che augurio, Fede, grazie!