COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI#51
Dalla scorsa estate è disponibile un libro molto speciale: si tratta di The Artist’s way for parents, sottotitolo Raising creative children.
L’adattamento del metodo de La via dell’artista per i genitori, con la finalità di aiutare i propri figli a crescere creativi: una bella sfida, certo, ma soprattutto una bella idea.
L’edizione non è ancora arrivata in Italia ed è reperibile solo on line in lingua inglese: non ho ancora avuto la fortuna di sfogliarne una copia e conosco i contenuti solo a grandi linee, ma oggi ho pensato di approfondire il tema dopo il colloquio in mattinata con la maestra di mio figlio, che frequenta il secondo anno di scuola dell’infanzia e che mi è stato descritto non solo come un soggetto anarchico (già lo sapevo) ma anche come dotato di pochissima creatività.
Ho accusato il colpo, sia chiaro.
The Artist’s way for parents è una guida per i genitori che intendono aiutare, in modo consapevole e giocoso, lo sviluppo creativo dei propri figli, al fine di metterli già su un percorso creativo che potranno seguire liberamente per il resto della loro vita.
Julia Cameron è convinta (e io con lei) che ogni bambino sia creativo ma anche che ogni genitore sia creativo. Nella prefazione del nuovo volume scrive: il vostro bambino per essere felice ha bisogno di esercitare la creatività, sia autonomamente che insieme ad altri. E l’esercizio della creatività contribuisce ad avere una vita famigliare felice e appagante.
Il metodo viene qui applicato ai bambini dalla nascita fino all’età dei dodici anni: si ripropongono, in sostanza, i concetti già presenti ne La via dell’artista adattandoli alle età e fornendo strumenti pratici ai genitori chiamati a guidare i figli in questo sviluppo della creatività.
L’obiettivo è quello di rendere creativi i genitori, affinché i bambini modellino i loro comportamenti su quelli dei genitori, copiandone quindi, tra le altre cose, l’approccio creativo alle cose di tutti i giorni.
Rendere creativi i genitori si traduce nel mostrare loro come anche il perdere tempo, il prendersi cura di se stessi e dei propri sogni sia qualcosa di prezioso da passare ai propri figli, che apprezzeranno la cura che mettiamo nel perseguire i nostri desideri e nel coltivare le nostre passioni.
Rendere creativi i genitori significa anche liberare la creatività e il senso di meraviglia dei propri figli, tornare a vedere il mondo con gli occhi d’incanto e di stupore che solo i bambini ci insegnano a fare ancora, giorno dopo giorno.
Il volume è stato realizzato da Julia Cameron in collaborazione con Emma Lively, musicista e compositrice che da diversi anni collabora con la Cameron in spettacoli e imprese letterarie.
Ora, tornando al colpo al cuore accusato stamane, a quel mio figlio irriconoscente e alla sua mancanza di creatività, scrivo di seguito quanto mi è stato detto:
- visto che è già caduto due o tre volte dalla sedia (effettivamente ha il mento che non finisce di guarire ed è già segnato di nuovo), le attività di laboratorio (le cosiddette schede, i disegni, i ritagli, le cose così) le fa in piedi (un po’ come creava Pollock, insomma, girando liberamente attorno alle tele)
- quando gli si chiede di usare un materiale lui ne sceglie un altro (che ne so, i pastelli a cera anziché i pennarelli) creando notevoli disguidi data l’uniformità mancata dei lavori della sezione (e qui mi sovviene Bacon e il casino dei materiali a disposizione nel suo studio)
- quando gli si chiede di dipingere un oggetto specifico, lo fa in modo tale da renderlo o molto dettagliato (come Caravaggio, che non abbelliva, ma voleva rendere tutto molto vero) o tutto molto irriconoscibile (come Picasso, che arrivava a distorcere la realtà)
- e comunque, in genere, quando gli si chiede di mettersi lì a lavorare e a creare lui ti dice che preferisce allenarsi per correre sempre più veloce (qui non mi viene in mente niente, peccato)
Aggiornerò in un futuro post la situazione del mancato artista di casa.
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Ho scritto una serie di articoli ispirati al metodo per il recupero creativo illustrato da Julia Cameron nel libro La via dell’artista e li ho raccolti in questa pagina: riflettono il percorso che sto facendo, ma leggendoli potete trovare spunti per percorrere anche voi la via fin dall’inizio.
Il prossimo appuntamento è per lunedì 27 gennaio.
Mio nipote preferisce allenarsi per correre sempre più veloce e a mia sorella non viene in mente niente… A me viene in mente la foto di mio padre all’arrivo della “100 km Firenze-Faenza” che è stata per anni esposta tra una miriade di coppe e trofei e che io ho sempre considerato il ritratto della felicità.
Ho una sorella molto saggia. Dovrei ricordarmene più spesso.
Grazie.
Mi sono sempre considerata una persona non-creativa, ma da quando c’è D la sua completa fiducia nelle mie capacità mi ha spinto a provare, e devo dire che ho scoperto questo (piccolo) lato di me!
Ps: più che mancato artista mi sembra che la maestra debba rivedere i suoi concetti di creatività e arte 😉 che non sono mai state uguali all’omologazione!
Robin, il tuo ps mi ha confortata….sappilo, anche se in ritardo!
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Anche io arrivo in ritardo…
io avrei chiesto alle maestre come sia possibile che le preferenze di un bambino creino così tanto fastidio in loro? E chi ha loro detto che creatività coincide con conformismo?
Io, al tuo posto, sarei immensamente orgogliosa di questo figlio anarchico!
Buona domenica!
Ci ho messo un po’ perché tendo sempre a dare la colpa a me stessa per tutto quello che mi viene riferito, anche se colpe dirette non potrei averne.
E poi sono come un motore a diesel, ci metto un po’ a girare. Poi giro, eh, e capisco. E l’orgoglio è arrivato.
Grazie per le tue parole 🙂
🙂 bello 🙂 speriamo esca quanto prima la versione italiana!