COME SVILUPPARE IL PROPRIO IO CREATIVO: ALLENAMENTI #39
Sono arrivata al quarto passaggio da attraversare per migliorare la propria capacità di essere ricettivi: il primo è stato porsi in ascolto, il secondo evitare i perfezionismi, il terzo imparare a correre rischi.
E ora il quarto, accettare l’invidia e imparare a farne buon uso.
L’invidia è uno dei sette peccati capitali. Purtroppo non è che l’essere etichettata tra i grandi peccati giustifichi il commetterla. Anzi: solitamente chi si sente invidioso fa di tutto per nascondere questo sentimento.
Ditemi che vi fa piacere essere riconosciuti pubblicamente come invidiosi e vi stimerò, tanto, almeno per i prossimi due giorni.
E’ un sentimento umano, ci ripetiamo, è normale provarla: ma poi nessuno riesce a dire tranquillamente di essere invidioso. Perché, un po’ come la rabbia, l’invidia viene connotata così negativamente ma renderla inaccettabile. E invece, proprio come la rabbia, è un’amica fedele.
L’invidia è una mappa, una personalissima mappa interna che indica le paure e i desideri più profondi.
Ne La via dell’artista Julia Cameron dice di non essere mai stata invidiosa per il successo degli scrittori, ma di avere sempre provato un insano interesse per le fortune e soprattutto per gli insuccessi degli sceneggiatori: ma lei non era una sceneggiatrice, voleva essere una scrittrice ed era quello a cui lavorava.
Poi decise di scrivere la sua prima sceneggiatura: e l’invidia svanì. Questo sentimento mascherava un interesse per qualcosa di diverso e una paura, una forte paura, di non essere in grado di ottenere ciò che desiderava veramente.
Ecco il valore dell’invidia: riconoscerla, analizzarla, sviscerarla, porta a capire ciò che in realtà si desidera fare veramente.
L’invidia resta una emozione meschina se non viene riconosciuta: ma l’accettarla permette di aprirsi al nuovo, di vedere le alternative che si hanno a disposizione.
L’invidia ci racconta una bugia, quella che c’è spazio per il successo di pochi: la verità è che c’è spazio per ognuno di noi.
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Se vi interessa seguire il mio personale percorso nato dalla lettura di La via dell’artista di Julia Cameron, vi rimando a questa pagina dove potete trovare tutti gli articoli che ho scritto sull’argomento: consultandoli, potete ripercorrere la via fin dall’inizio. E farla vostra.
Lunedì prossimo torno ancora a parlare dell’invidia, proponendo un esercizio volto a trovare un antidoto per il suo veleno, un esercizio per la realizzazione della propria, personalissima e insostituibile mappa dell’invidia.
Interessante. grazie.
Ciao, benritrovato!
davvero molto interessante.
Io sono una tendenzialmente invidiosa, ma non lo ammetto certo volentieri. In realtà sono stata invidiosa per tanto delle pance altrui. Adesso ho fatto pace con il mondo visto che una di quelle pance è mia. Rimane per chi fa un lavoro che ama, per chi può prendere e viaggiare senza problemi, per chi sembra non crollare mai.
Ma è diventato un sentimento piccolo, spesso dimenticato che non influisce sul mio sorriso.
Voglio cominciare anch’io il tuo allenamento, te l’avevo già detto, il libro l’ho preso, adesso devo solo decidermi a partire e convincermi che il tempo per farlo c’è…
Mi hai commossa, grazie per queste tue parole.
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