RIFLESSIONI SULL’AMORE CONIUGALE
Un paio di mesi fa ho ho scritto e pubblicato un racconto, Dove vivi tu, ispirato all’esercizio delle tre parole, quelle da associare liberamente: niente più di un gioco, di quelli che aiutano a liberare le idee e, talvolta, i personaggi.
Ecco, i personaggi: il mio gioco me ne ha fatti incontrare due interessanti, Piero ed Elsa, anziani coniugi che vivono in un appartamento, sito in viale Monza, con due ingressi che li separa e un giardino interno che li unisce.
Piero ed Elsa sono la versione anziana e disillusa di Luca ed Alba, due personaggi che mi trascino dietro da una quindicina di anni con affetto ed ostinazione: loro, che vivono in una casa di campagna isolata, con un unico ingresso e con un giardino esterno, sono il mio esperimento di scrittura attorno ad uno dei temi che maggiormente mi interessa, quello dei rapporti coniugali.
E sono anche la mia personalissima versione di Manlio (perché è lui, no? l’alter ego dello scrittore), voce narrante del romanzo, e di Sara, la moglie incomprensibile ed incompresa, del bellissimo Parlami, dimmi qualcosa.
Questo romanzo l’ho conosciuto dopo avere scritto Dove vivi tu: e per avermelo segnalato, ringrazio di cuore Sara Durantini.
Sara di Parlami, dimmi qualcosa, il romanzo meglio riuscito e più amato dello scrittore Manlio Cancogni, ha scritto una intensa recensione che vi segnalo e raccomando, insieme alla presentazione che potete trovare sul sito dell’editore, Elliot, per capire meglio la trama del libro, ché qui mi limiterò a un discorso sui miei interessi tematici.
Non potevo perdermi un libro che, nel 1962, data di prima pubblicazione, trattava in modo così diretto e onesto il tema dei rapporti coniugali e tutto quanto orbita attorno ad essi: l’incontro che porta a una decisione per tutta la vita, il matrimonio, la durata dello stesso, le implicazioni con le famiglie di origine, i compromessi inevitabili delle personalità che le abitano, il desiderio di creare una nuova famiglia diversa ma simile a quella di origine, l’educazione dei figli, gli impulsi di fuga dalla routine, i tradimenti immaginati e realizzati, le inevitabili rotture, gli altrettanto inevitabili ritorni.
Il matrimonio si svolge su tempi che si susseguono e che corrispondono ad età anagrafiche in crescendo, le età dei personaggi dentro e fuori i legami coniugali.
C’è un tempo giovane, aperto a mille possibilità, un tempo che si diluisce tanto sembra sconfinato, e che si perde nell’esplorazione dell’altro, terra sconosciuta da conquistare e da coltivare.
C’è un tempo consapevole, forte di sicurezze e debole di desideri, strettamente legato ad abitudini e ferocemente in fuga dalla quotidianità: un tempo che maturo non è e non vuole essere, e scalpita al chiudersi delle possibilità.
C’è un tempo che diventa sempre più ristretto, che si fa lento e remissivo, fino a calmarsi come un mare tranquillo e che cerca di mettere al riparo ogni imbarcazione, togliendo scopo e significato ad ognuna di esse.
C’è un tempo, infine, che vive di ricordi: lo si impiega nel trasformare e rivestire ogni vissuto di un significato carico di valenze affettive, di cose risolte, tanto da farsi mito, nel lessico famigliare. Ma questo mito appartiene sempre a uno soltanto, dei due.
Un matrimonio contiene un condensato di gioia e dolore difficilmente riproducibile in ogni altra relazione sociale: un coacervo di sentimenti che spaziano dall’odio più spietato all’amore più puro, dalla sincerità alla menzogna, dalla felicità piena alla nera depressione. E il tutto, incredibilmente, tra due persone legate per la vita da un patto che non è di Dio, non è degli uomini, ma loro soltanto.
E a me, cacciatrice di parole, l’ardire di costruire una storia che sappia raccontare tutto questo, che sappia lasciare nel lettore i sentimenti contrastanti che regala Parlami, dimmi qualcosa.
Una piccola storia d’amore (perché dall’amore se non altro si inizia sempre) che diventi un racconto struggente e impietoso sul senso più profondo dei rapporti di coppia, un apologo drammatico e brillante al tempo stesso intorno alla vita matrimoniale e alla ricerca della felicità.
Pingback: Immergersi in Se Stessi | ToWriteDown
Pingback: Chi ti Credi di Essere? di Alice Munro | ToWriteDown