HO SCOPERTO RAFAEL SPREGELBURD
Qual è il vostro peccato?
Il mio è l’accidia e posso chiamarla anche panico.
La ridenominazione è una scoperta recente fatta settimana scorsa, a teatro: diciamoci la verità, io Il panico, regia di Luca Ronconi, cast fantastico e tutto il lustro de’ Il Piccolo Teatro di Milano, proprio non lo volevo vedere.
Mi ci hanno trascinato. E hanno fatto bene.
Rafael Spregelburd è un drammaturgo argentino classe 1970: con l’Eptalogia di Hieronymus Bosch, composta da sette opere autonome, parla di peccato, di morale e della sua deviazione.
L’ispirazione è l’opera I sette peccati capitali di Bosch, una tavola, utilizzata per diverso tempo proprio come tavolo da pranzo alla corte di Filippo II di Spagna, su cui sono riprodotte sette scene, ognuna corrispondente ad uno dei sette peccati capitali. Un moralizzatore, il fiammingo Bosch.
Spregelburd, nella sua Eptalogia, prende questi peccati, li migra verso un altro ordine morale, quello postmoderno, e associa ad ogni peccato medioevale un peccato di oggi.
Il panico corrisponde all’accidia, l’inappetenza alla lussuria, la stravaganza all’invidia, la modestia alla superbia, la stupidità all’avarizia, la paranoia alla gola, la caparbietà all’ira.
Per ogni nuovo peccato Spregelburd ha scritto un’opera teatrale, con ambientazioni, personaggi, lunghezze di rappresetazione differenti tra loro: nelle sue intenzioni, le opere possono essere rappresentate una di seguito all’altra, oppure autonomamente, come pièce aventi vita propria.
Il panico narra di un morto che non sa di esserlo, di una famiglia sui generis alla ricerca della chiave che aprirà una cassetta di sicurezza e darà l’accesso ad un’eredità, di un figlio che è diventato marito, di una coreografa con il mito di Berlino, di una bancaria smemorata, di un bambolotto che si aggira macabro sul palcoscenico.
Per chi volesse provare a leggerlo, Spregelburd è pubblicato in Italia dall’editore Ubulibri: il ciclo Eptalogia di Hieronymus Bosch è disponibile suddiviso in due volumi nella collana I testi.
Accidia, sì l’accidia mi piace molto.
La gola ha il suo fascino e, fuori dalla fascia protette, anche la lussuria.
Per il resto… anche no.
Fuori fascia protetta mi piace 😉
La formula o il concetto?
Entrambi: ti ricordo che ho un minorenne che mi gira per casa 😉
Già già, me lo ricordo. ^_*
la gola credo
Cara sandra, la gola è un punto di debolezza di tanti 😉
Spero che tu stia bene, un abbraccio!
Interessante!
Assolutamente sì, da approfondire. Ciao!
La gola, purtroppo….. e si vede!!!
Vediamo se riesco a commentare oggi:
Dicevo nel commento andato perso 😉 che è molto interessante la modernizzazione dei peccati e il parallelo con i nuovi termini (panico/accidia, inappetenza/lussuria, modestia/superbia, stupidità/avarizia……), credo varrebbe una ricerca sociologica!
Io mi ritrovo nel panico (quindi vado a ripassare l’accidia) , in costante crisi d’identità, direi e alla ricerca sempre di una nuova che sia all’altezza della situazione, delle richieste del mondo attorno. Non mi basto, mai.
Questo tuo post varrebbe la lettura del testo ma, più che altro, varrebbe godersi uno spettacolo teatrale.
grazie,
alessandra
Pingback: Io non ho Paura | ToWriteDown