10 Cose che ho imparato a #LibrInnovando

 

Il mio primo #LibrInnovando è stato intenso e compatto. Le informazioni che ho raccolto, le persone che ho incontrato, le suggestioni che mi hanno colpita sono ancora tutte accumulate e stratificate in percorsi più o meno sinuosi, più o meno ripidi, tra le mie emozioni e la mia razionalità.

In questi giorni mi sono chiesta se valesse la pena dipanare il tutto velocemente, con qualche buona ora di sana concentrazione, o se fosse preferibile lasciare fare al mio inconscio, aspettando che le cose davvero importanti emergano da sole.

Ho scelto la seconda strada ed è per questo che quanto sto per scrivere di questo evento non è cronaca né resoconto: e purtroppo non si avvicina neppure al diario di bordo di una buona spettatrice.

Ma è esattamente quello che ho imparato: il resto verrà da sé.

UNO

Sono una lettrice: svolgo un ruolo economicamente rilevante. Che nessuno dica più che il tempo dedicato alla lettura è cultura: è solo uno dei tanti modi per fare crescere il PIL.

(e) DUE (subito dopo)

Sono una lettrice forte: come tale, insieme agli autori e alle biblioteche, sono l’alleato ideale per gli editori. Del resto mai come adesso c’è bisogno di bravi editori, bravi librai e bravi bibliotecari.

TRE

Il libro è diventato un testo liquido: è storia che si adatta a nuovi contenitori. In realtà lo è sempre stato, non è novità di oggi: la mia bisnonna inseriva le storie nel contenitore magico della sua voce.

QUATTRO (questo è il punto: voi che ne pensate?)

Libro cartaceo ed ebook sono solo due modi diversi di veicolare un contenuto: al libro cartaceo si associano qualità emotive, all’ebook qualità razionali.

CINQUE (ovvero dell’approfondimento che farò)

I blog letterari hanno avuto per la critica un effetto pari quasi a quello ottenuto dalla Rivoluzione francese per la democrazia.

Un blog letterario contiene riflessioni sulla letteratura, recensioni librarie e produzione di testi narrativi. A differenza di una rivista letteraria è un posto aperto con link verso l’esterno (si fa rete, si allarga a chi ne ha già parlato e a chi ne parlerà) e con commenti che vanno verso l’interno (nel senso che approfondiscono).

Il bookblogging non è un lavoro, eppure quando ne ne parla il dibattito si fa caldo e si tirano in ballo concetti importanti quali attendibilità, professionalità, etica, autorevolezza.

(…to be continued)

SEI

Quando il futuro ti viene addosso tu che fai? Ci salti dentro!, risponde l’editore dei sogni.

SETTE (ovvero delle citazioni)

Ho visto scorrere le pagine di Van Loon a #LibrInnovando (con un bel riferimento a Guccini).

E ho sentito dire che c’è Italo Calvino e tutta la tradizione favolistica alla radice di una riflessione sulla narrazione in 140 caratteri (Twitter docet).

Sono due le citazioni che mi hanno maggiormente colpita:

  • Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara (Daniel Pennac)
  • L’albero: l’esplosione lentissima di un seme (Bruno Munari)

OTTO

Quando si è parlato di didattica e di biblioteche la sala si è svuotata: è vero, in contemporanea si parlava del prezzo degli ebook, ma è un fatto. La sala si è svuotata.

Definizione non fu più azzeccata: biblioteche di paese, il trionfo della scarsità.

NOVE (per consolare i nostalgici)

La sala era gremita di tech addicted: tra smartphone, iPhone, iPad, notebook, netbook, gente in frenetica ricerca di un posto-presa (della corrente), si sono intravisti un quotidiano (ed era il Corriere) e diverse moleskine.

DIECI (tutti vogliono viaggiare in prima)

20lines è stata presentata come nuova esperienza di lettura e di scrittura collettiva: al momento ha più di 1100 storie aperte, il 20% circa di queste si chiude e diventa un ebook.

Avevo già incrociato questa startup in primavera (la presentazione ufficiale fu al Salone del Libro di Torino), ma non so ancora se mi piace e no l’idea della letteratura social: intanto per capirci di più ho letto qui e qui.

***

Se volete approfondire i contenuti di questo #LibroInnovando milanese consiglio la lettura di questi due articoli che riportano quasi fedelmente la cronaca degli incontri sulla didattica e sul prezzo degli ebook.

Per appunti sparsi e suggestioni andate a sbirciare nei blog di Arturo Robertazzi, Noemi Cuffia, pantofola83.

Tutte le presentazioni proiettate sono scaricabili gratuitamente  nella sezione materiali del sito LibrInnovando, mentre se volete vedere (o rivedere) i video della giornata trovate tutto su Rai Letteratura.

11 pensieri su “10 Cose che ho imparato a #LibrInnovando

  1. VAdo a documentarmi leggendo il link da te indicati! Quanto al libro e al e-book…li leggo entrambi!!! Certo in viaggio, il secondo è impareggiabile!

  2. Credo che un resoconto e/o una cronaca non sarebbero stati altrettanto esaustivi.
    Perfetto così! Grazie.
    Quanto agli e -book mi hai dato e mi stai dando tanti stimoli di riflessione!
    A presto!

  3. L’albero: l’esplosione lentissima di un seme (Bruno Munari) è una delle mie citazioni-guida. Me lo sono scritto su una sciarpa, anche.
    Come Sandra, contesto Pennac: in genere mi piace avere percorsi solitari, non guidati, nella letteratura…
    Sugli ebook non so nulla, nulla di nulla. Mi pare, in generale, che in una parte di “forti lettori” ci sia come una bulimia: di titoli, di presenzialismo, di aggiornamento tecnologico. Io sono per la lentezza e per il caos, probabilmente approderò agli ebook per caso.
    Interessante questo post, per molti motivi. Grazie!

  4. Bellissima sintesi, e ottimo decalogo!

    Condivido tutto, ma sono costretto a far notare che il punto 4 è un’emerita ca…ta!!! Avevo letto questa citazione in diretta sul livetweet del convegno, e sono sobbalzato. Non so chi l’abbia detto, ma sospetto che sia stato o un editore, o un nostalgico, in ogni caso persone interessate più a difendere un proprio status che non a confrontarsi con la realtà (chi era presente conferma?)

    Il punto è che vedere ebook e libro solo come due contenitori diversi significa perdere di vista tutto il potenziale che il mezzo digitale può dare: ubiquità, ipertestualità, intertestualità, interazione, socialità. L’ebook è la stessa cosa di un libro cartaceo solo per chi vuole avere un canale di vendita in più. Ma per i lettori e soprattutto per gli autori l’ebook può essere una forma di linguaggio ancora inedita.

    Il discorso qualità emotive / qualità razionali mi sembra ancora più sbagliato e fuori luogo: cosa vuol dire, che se leggo un libro mi emoziono (ah già, la carta profuma e mi ricorda la mia fidanzata che me l’ha regalato) mentre se ho fra le mani un Kobo sono più lucido e intravedo The Matrix dietro la realtà? Seriously, what???

    Questo mi è sembrato il punto più equivoco di tutti.
    Per il resto, confermo: punti molto azzeccati 🙂 Complimenti, ciao

  5. Grazie per aver linkato i miei post. Per quanto riguarda il punto quattro, io mi sono commosso moltissimo leggendo alcuni ebook. Se da una parte sono uno che si commuove facillmente, dall’altra il testo, cartaceo o in bit, non cambia, e quindi veicola le stesse emozioni. Almeno secondo me.

  6. Mi hai dato un sacco di informazioni utili e spunti interessanti.
    Chiusa nel mio bozzolo mi predo sempre un sacco di cose. Per fortuna c’è qualcuno che poi arriva a rammentarmi che c’è anche una realtà là fuori, un mondo da conoscere.
    Vorrei solo avere più tempo per leggere, pensare, riflettere, vivere come piace a me.
    Non conoscevo la citazione dell’albero, mi piace, rispecchia il mio concetto di lentezza.
    Ora vado a scoprire cos’è 20lines
    Baci

  7. Pingback: I come Inventario | ToWriteDown

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