La settimana scorsa ho scoperto un ristorante dove la cena viene letteralmente servita sui libri.
La sensazione è davvero particolare e la tentazione di sollevare la lastra di vetro temperato che copre il tavolo, zeppo di libri, è fortissima.
Seduta a questo tavolo, soddisfatta del cibo e divertita dalla situazione, ho pensato a quante storie sono state scritte attorno al tema di cibo e convivialità: come il romanzo La cena di Herman Koch, il racconto Il pranzo di Babette di Karen Blixen (indimenticabile, per complessità e crudeltà, la preparazione della zuppa di tartaruga), le pièces teatrali La cena dei cretini e La cena delle beffe, fino alla favola di Cappuccetto rosso (il cestino della nonna pieno di leccornie è indubbiamente una promessa di convivialità) e al libro per ragazzi Cuore di ciccia di Susanna Tamaro.
Me ne sfuggono di certo tanti: se qualcuno passando di qui ne ha in mente uno in particolare chiedo di lasciarne traccia nei commenti, grazie!
Mi viene in mente “Una cena molto originale” di Pessoa, non so se lo conosci. Per bambini, invece, avevo trovato al mercatino un libro “Favole e frittelle”, che era molto simpatico.
Bello il tavolo con tutti i libri!!
Mi mancano entrambi, grazie!
Qualche anno fa avevo raccolto materiale per fare un percorso sul cibo con una mia prima (che poi prese una direzione diversa). Ti lascio qui un po’ di cose che avevo trovato.
1) I sacrifici antichi e sacrifici: mito di Prometeo e istituzione del banchetto degli dei così come è raccontato da Esiodo e Apollodoro (vd Vernant);
2) I banchetti nell’Iliade e nell’Odissea: importanza del banchetto ospitale; banchetto prosciugatore dei Pretendenti nell’Odissea; vacche del sole e banchetto sacrilego (sempre nell’Odissea)
3) Ovviamente la Bibbia: A.T. e riti di sacrificio e prescrizioni; N.T. e Vangeli: ultima cena e mensa come momento fondante di religione e liturgia;
4) Il Simposio di Platone
5) Le orge e i banchetti romani (vedi la cena di Trimalcione nel Satyricon di Petronio – oppure in maniera più lieve i banchetti di Asterix);
6) Le fiabe: Hansel e Gretel!
7) La novella di Federigo degli Alberighi di Boccaccio
8) Ovviamente Dante, i golosi e Ugolino (e tutto il tabù dell’antropofagia);
9) I riti del tè inglese, in svariatissimi romanzi (a me viene in mente Miss Marple al Bertram Hotel, ma la lista è pressoché infinita, pensa solo al tè dal Cappellaio Matto in Alice nel paese delle meraviglie!)
10) Il tema cibo e poliziesco, sia negli ‘inviti a cena con delitto’, sia nelle ricette all’interno dei libri, da Nero Wolfe (scopritore del genere, fino a Montalban e ai nostri Camilleri e Carofiglio, giusto per citare i più diffusi ora). Ma pensiamo anche ai libri di cucina come narrazione (vedi Artusi)
11) Colazione da Tiffany di Truman Capote
12) Cibo come eccesso: Gargatua e Pantagruel, il Morgante di Pulci
13) La descrizione dei cibi come effetto di realismo (certe scene dei mercati delle Halles in Zola, oppure anche in Gadda)
14) Banchetto come potenza borghese (quasi l’apertura del Nostro comune amico di Dickens, e poi, soprattutto, I Buddenbrook)
15) L’estasi metacronica (e quindi la possibilità del ricordo e della scrittura) a partire dalla madeleine, quindi dal gusto, nella Recherce di Proust
16) Tradizione di povertà: Il desinare di Pascoli, la scena dalla polenta di Tonio nei Promessi Sposi, Pinocchio e le pere e il torsolo, Gian Burrasca e la pappa al pomodoro (e ancora una volta – la tradizione inglese di povertà e fame, connessa anche a scuole tremende, da Oliver Twist e Jane Eyre). Vedi anche la variante grandi cucine, come in Cime tempestose (poi ripreso da Nievo nelle Confessione di un Italiano).
Nella tradizione del desco povero, ti lascio con una bellissima, per me poesia di Belli:
Mi’ nonna a un’or de notte che vviè Ttata¹
se leva de filà, povera vecchia,
attizza un carboncello, sciapparecchia,
e mmaggnamo du’ fronne d’insalata.
Qualche vvorta se famo una frittata,
che ssi metti ar lume sce se specchia
come fussi attraverso d’un’orecchia:
quattro nosce, e la cena è tterminata.
Poi mentre ch’io, Tata e Ccrementina
seguitamo un par d’ora de sgoccetto²,
lei sparecchia e arissetta la cuscina.
E appena visto er fonno ar bucaletto³,
‘na piscciatina, ‘na sarvereggina,
e in zanta pasce, sce n’annamo a letto.
Scusa la lunghezza, ciao!
Che meraviglia questa panoramica! Ah, i Buddenbrook (che adoro)! E, aggiungo, La Montagna Incantata…
Bellissima rassegna. Il Belli è un fenomeno.
Se mai ToWriteDown dovesse avere una redazione, la ‘povna verrà reclutata con un ingaggio che non potrà rifiutare 😉
Grazie, spero che tu abbia modo in futuro di utilizzare questo tuo bel lavoro con una delle tue classi.
Ma grazie a te, per queste parole, e scusami davvero se mi sono allargata oltre ogni limite di netiquette consentito. E’ che non ho resistito e mi sono resa conto che avevo preso molto più spazio di ogni scusa quando avevo già inviato. (Prima o poi lo userò sicuramente: grazie al mio lavoro con l’altro mondo sono abbastanza abituata a costruire percorsi tematici, e spesso ne ho vari su cui ragiono, specie d’estate. Poi le classi sono strane, ed è pur vero che il primo libro mensile in prima lo scegli a tavolino, ma è altrettanto vero che poi segui dove ti portano loro!).
Che locale stupendo!!
Stavo pensando che non sarebbe una idea malvagia quella di realizzare un tavolo in sala da pranzo sfruttando questa idea…
Già già. E non sarebbe male nemmeno una scrivania!
Io ho amato tanto (letto e riletto) “il ghiottone errante” di Monelli: l’Italia di anni fa con cibi genuini e profumi autentici.
Ma lo sai che per il 5 agosto ho preso un biglietto per una serata con Alexander McCall Smith all’Edinburgh Book Festival? Sono cosi’ emozionata!!!!
Ti faro’ sapere…
Ciao Scake
Ti invidio profondamente!
E ti auguro di godere momento per momento questa tua bellissima avventura Made in Scotland.
Grazie per il suggerimento, cercherò il libro di Monelli.
A presto
Aspetta…e “Il riposo della polpetta” di Massimo Montanari? A dire la verita’ io sono una miniera di libri intorno al cibo…ma li recensiro’ un po’ per volta su Cosastaileggendo.
Ciao Scake
Ma si tratta di un gruppo su facebook o di un forum? So che palmi di mens sana ha una pagina dedicata ai libri su fb ma non sono mai riuscita ad iscrivermi!
Questo libro non lo conosco, comunque, grazie per la segnalazione.
tI PREGO il nome del ristorante!!!!
E’ un lungo elenco, vorrei citare il mio Frollini a colazione, Chocolat,
baci
Ottime aggiunge!
Il locale si chiama Antigua, a Cernusco sul Naviglio (MI)
Che bello questo ristorante, peccato sia un po’ fuori mano per me!
Senza stare troppo a riflettere, a me viene in mente Afrodita della Allende e per bambini Il supermercato degli animali, bellissimo libro in rima, se non sbaglio di Topipittori.
Ciao Cri, benvenuta!!!
Ho letto con interesse il tuo blog e mi trovo sulla tua stessa linea d’onda: grazie per le segnalazioni, e a presto!
Grazia
E io ti ricopio la lista allestita per il mio gruppo FB:
Sarah Addison Allen, Il profumo del pane alla lavanda
I. Allende, Afrodita
J. Amado, Dona Flor e i suoi due mariti
E. Bauermaister, La scuola degli ingredienti segreti
S. Bertola, A neve ferma
K. Blixen, Il pranzo di Babette
A. Bourdain, Il viaggio di un cuoco
A. Bourdain, Kitchen confidential
L. Esquivel, Dolce come il cioccolato ( il titolo dell’edizione originale e’ “come l’acqua per il cioccolato”, che nel contesto ha molto piu’ senso-nota di Barbara P)
Fannie Flagg, Mr Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina
F. Flagg Pomodori verdi fritti al caffe’ di whistle stop
Stefania Giannotti, Zucchero a velo
J. Harris, Chocolat
B. Hirst, Il riso non cresce sugli alberi
Olivia Lichtenstein, Le ricette di Chloe Zivago per il matrimonio e l’adulterio
S. K. Lynch, Zenzero e Cannella
R. Morais, Madame Mallory e il piccolo chef indiano
J. Rhadika, L’odore del mondo
Rafik Schami / Marie Fadel, La città che profuma di coriandolo e cannella
R. Stout, Alta cucina
Torregrossa Giuseppina, Il conto delle minne
Karen Weinreb, La bottega dei desideri
B. Yoshimoto, Kitchen
Grazie Palmy, lista ricca e preziosa 🙂
Mi hai ricordato, parlando di spezie, il bellissimo libro La maga delle spezie di Chitra Banerjee Divakaruni: sono passati tantissimi anni da quando l’ho letto, devo riprenderlo in mano.