RACCONTATE DA NICCOLO’ AMMANITI E ALESSANDRO D’AVENIA 
A distanza di pochi mesi mi è capitato di leggere due romanzi di formazione tra i quali ho sentito molte assonanze: due adolescenti che vivono storie italiane in cui la scuola svolge una parte di primo o secondo piano, due epoche vicine, due situazioni difficili risolte da figure femminili sapientemente costruite.
Ma due protagonisti che più diversi non potrebbero essere.
Nell’ultimo libro pubblicato da Niccolò Ammaniti, Io e te (e finalmente a maggio dovrebbe arrivare la sua nuova opera, edita sempre da Einaudi Stile Libero, L’amico di Jeffrey Dahmer è l’amico mio), il protagonista si chiama Lorenzo, ha quattordici anni, è molto introverso: le sue passioni sono i romanzi di Stephen King e la playstation. Consapevole che il suo isolamento sociale preoccupa i suoi genitori, racconta loro di essere stato invitato da un’amica a Cortina per la settimana bianca.
In realtà Lorenzo, che non ha inviti né appuntamenti nel suo carnet di adolescente misantropo, ha intenzione di passare questa settimana libera nella cantina di famiglia: e così si organizza, senza calcolare di trovarsi tra i piedi la sorellastra Olivia, tossicodipendente, che gli aprirà la strada per una nuova visione del mondo, e la nonna, malata.
Ho trovato questo breve romanzo in pieno stile Ammaniti: un personaggio adolescente, alle prime prove di iniziazione, raccontato con una prosa essenziale, in una storia ben strutturata in cui nemmeno il finale, forse un po’ troppo scontato, lascia note stonate.
Ma che le storie di adolescenti siano parte del dna di questo scrittore è noto da quando firmò con il padre il saggio Nel nome del figlio. L’adolescenza raccontata da un padre e da un figlio, una analisi che ha quasi dieci anni ma è ancora attualissima del rapporto tra padre e figlio nel periodo dell’adolescenza.
Il mese scorso Io e te è diventato anche un libro per le scuole: in questa edizione il romanzo appare in versione integrale e corredato da alcuni esercizi psicologico-letterari, esercitazioni di scrittura creativa, test per l’analisi del testo e un gioco a quiz ispirato al programma di Rai 3 Per un pugno di libri.
Io e te è un libro adatto per la scuola? Forse sì, perchè contiene una storia credibile, ha per protagonista un ragazzo che rappresenta il senso di inadeguatezza che tanti adolescenti provano e che nel corso dell’incontro con la sorella si interroga sul valore dei legami familiari; ma anche perchè la scrittura di Ammaniti, scarna, diretta, ironica e delicata è decisamente adatta ai più giovani.
Poi abbiamo il protagonista di Bianca come il latte rossa come il sangue, il romanzo d’esordio di Alessandro D’Avenia, si chiama Leo, ha sedici anni e un carattere esplosivo: le sue passioni sono il calcetto, il motorino, la musica, gli amici. Non ama la scuola tanto da considerare i professori una specie protetta che speri si estingua definitivamente.
L’incontro con un supplente di storia e filosofia gli permetterà di cambiare il punto di vista su molte cose e gli insegnerà a poco a poco a sognare: e quando uno inizia a sognare, allargarsi diventa facile, inamorarsi è un attimo, soffrire è l’attimo dopo.
Beatrice è il nome della ragazza di cui si innamora, Silvia quello dell’amica segretamente innamorata di lui: quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha un nome terribile, leucemia, Leo scava dentro di sè per trovare altri sogni e il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
D’Avenia è professore di scuole superiori e di certo in questo romanzo ha messo tanto della sua esperienza: come ha messo tanto della sua propensione ad essere un sognatore: quello che ne è nato è un testo coraggioso che, attraverso Leo e il suo carattere, ora scanzonato ora tormentato, racconta cosa succede nel momento in cui nella vita di un adolescente fanno irruzione la sofferenza e lo sgomento, e il mondo degli adulti sembra non poter aiutare.
Mi piacciono i romanzi di formazione, mi piace l’età dell’adolescenza: non so perchè ma ho sempre saputo intuire il mondo degli adolescenti, il loro linguaggio segreto, le loro personalità in evoluzione.
E’ per questo che sono rimasta spiazzata quando sabato sera mi sono accorta di avere perso il mio tocco magico: ero a cena con la mia migliore amica e suo figlio sedicenne, l’alieno, come lei lo nomina quando ne parliamo.
Finalmente seduti ad un ristorante, dopo una lunga negoziazione dovuta ad una serie di veti impostaci dal ragazzo che temeva di incrociare gli amici, e con mio figlio stranamente tranquillo, mi sono accorta di avere oramai strumenti antiquati per affrontare un adolescente di oggi.
Lui non assomiglia nè a Lorenzo nè a Leo, ma ci sono così tanti tipi di adolescenti che risulta complicato trovare la chiave per capirli: e ho pensato a come mi riuscirà ancora più difficile capire mio figlio quando tra meno di dieci anni finirà a piedi uniti in quella età che, comunque sia, resta la mia preferita.
Con questo post partecipo all’iniziativa il Venerdì del libro, che vi invito a conoscere.
Ti ho letta tutta d’un fiato questa volta. Perchè l’adolescenza è l’eta che, nonostante tutto, mi è rimasta nel cuore, quella che spero di portarmi sempre un po’ dentro (anche se all’epoca la pensavo in modo del tutto diverso) e perchè ho letto sia Ammaniti che D’Avenia e perchè quotidianamente mi chiedo cosa succederà tra una decina d’anni, forse anche meno, quando la mia treenne entrerà di buon diritto tra le adolescenti.
Che farò? Forse le consiglierò un libro, magari Ti prendo e ti porto via, sempre di Ammaniti, che mi è rimasto nel cuore proprio per i protagonisti adolescenti, o magari D’Avenia, che già ho consigliato più volte ad altri adolescenti… magari mi manderà a quel paese…
… magari è inevitabile… hai mai notato che il tocco magico le persone lo hanno sempre con i figli degli altri?
un abbraccio
Grande verità, questa tua: con mio figlio il tocco di certo magico non è!
Questo tuo commento mi ha suggerito di costruire una mini biblioteca da tenere a portata di mano quando tra meno di dieci anni mi toccherà impazzire dietro il mio adolescente.
Lista libri da tenere assolutamente aggiornata, che cambiano i temi e gli stili da un momento all’altro: ma qualche bel classico non ce lo mettiamo dentro? Pensa che io leggevo Cassola e tanto mi bastava…
Non ho letto questi libri. Di Ammaniti ho letto solo “Io non ho paura”, che mi era piaciuto molto. :< Sono in arretrato… L'altro l'ho soppesato varie volte in libreria senza riuscire mai a decidermi…
L'adolescenza…ah…adesso a rpensarci quanto era bella …
Io, comunque. a scanso di equivoci, ho già avvisato il mio compagno: quando nostra figlia avrà quell'età, ci parlerà lui. 🙂
Poi, però, visto che lui un giorno mi ha detto che nell'orto ci sono tante belle aiuole che aspettano di essere concimate con i ragazzi che le gireranno intorno, ho pensato che forse sarà meglio se le parlerò io…
I papà di figlie femmine sono da educare, devi purtroppo impegnarti, non puoi esimerti.
Sto finendo in questi giorni un libro che potresti suggerirgli per aiutarlo ad evitare certi errori: è quel Ancora dalle parte delle bambine di Loredana Lipperini di cui abbiamo già parlato in merito al Manifesto, sulle differenze culturali tra i generi. E’ un libro da leggere, assolutamente.
Per quanto riguarda invece i due di cui parlavo in questo articolo, potendo o dovendo scegliere andrei su quello di Ammaniti: sono un po’ di parte, di Ammaniti ho letto e amato tutto, ma secondo me su questi temi ha decisamente una marcia in più.
Ammaniti mi piace abbastanza (ma Io e te non l’ho ancora letto); D’Avenia molto meno. Proprio per la qualità della scrittura (anche se, viceversa, mi piace molto il suo atteggiamento rispetto alla scuola). E’ vero, gli adolescenti sono tantissimi, e meno male. E forse attualmente nessuno ha avuto, per dipingerli, penna più felice di Stephen King.
Sì, sono distanti come scrittura. Devo dirti che le prime 30 pagine di Bianca mi avevano fatto sperare meglio, poi resta la storia, lo spaccato di scuola italiana.
E per quanto riguarda King non posso che darti pienamente ragione: a partire dal menarca di Carrie, passsando per l’amicizia dei ragazzini di Derry, Billy,Ben, Beverly, Richie, Stan, Mike, Eddie, fino a Seth, protagonista della mia lettura più recente, I vendicatori, nessuno poteva descrivere meglio il mondo degli adolescenti.
Bel post. Amo le storie di formazione e queste due devo ancora leggerle (D’Avenia ce l’ho in libreria). Mi hai messo voglia di farlo. Sì, gli adolescenti non sono tutti uguali, ma esprimono tutti un disagio, che è quello che deriva dalla crescita e dalla trasformazione, dalla difficoltà di auto-connotarsi e trovare un proprio spazio. Ne ho una in casa. Mestiere difficile fare il genitore.
Per concludere, ti faccio gli auguri di buona Pasqua e ti regalo un libro, parla di una bambina, però, non di adolescenti http://sites.google.com/site/carlomenzinger/home-1/home/la-bambina-dei-sogni
Grazie Carlo, sia per il commento che per la segnalazione del tuo blog dove molto presto mi troverai a saccheggiare:-)
A presto
Grazia
Ti aspetto. Ciao
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