La cultura del quotidiano

ULTIMI (FORSE) CONTRIBUTI DAI BLOGGER AL MANIFESTO

 

Ultimi (forse) contributi dei blogger al Manifesto per riprendersi la cultura. Questa volta a parlarci della loro cultura sono Valepi e Simonetta B.: e mentre la prima affronta il tema a partire dalla propria esperienza personale, con uno stile decisamente introspettivo, la seconda parla di riappropriazione di una cultura universale con proposte alla portata di tutti.

Da Tanto per: La cultura secondo … me

Valepi ricorda il padre, magro come un chiodo nei primi anni del dopoguerra, a correre tra le strade del paese per svolgere chissà quale compito e rischiare, puntualmente, il rimprovero per il ritardo. Perchè era più forte di lui: non riusciva a non fermarsi a leggere tutto quello che gli capitava davanti: volantini, manifesti, la carta del giornale in cui gli incartavano la spesa. Comunque fossero messe, in qualunque forma o colore, per lui quelle parole erano più affascinanti di qualsiasi altra cosa.

E ricorda come ha imparato a leggere, bambina in braccio al padre, chiedendo il significato delle parole stampate, inizio di un amore per i libri e la lettura che oggi cerca di trasmettere alla figlia: perchè la cultura è decisamente un affare di famiglia e non si può fare a meno di associarla all’amore.

I ricordi diventano ben più recenti e Valepi ci confida lo sconforto provato durante il reinserimento nel mondo lavorativo dopo la nascita della figlia, un momento difficile che l’ha portata a considerate di lasciare perdere, di rinunciare a quella che considera la sua cultura e di restare a casa: fortunatamente è stato proprio il pensare alla figlia a farla  ricredere.

Mi sono chiesta: davvero io che non vedo l’ora di vederla con un libro tra le mani voglio darle l’esempio di una madre che rinuncia alla sua cultura? No. Non ho voluto darle questo esempio. E anche questo secondo me è cultura. Quello che trasmettiamo ai nostri figli quotidianamente, spesso senza volerlo, quello che leggiamo, quello che raccontiamo loro … Quello che diciamo o non diciamo loro. Quello con cui nutriamo la loro fame di sapere e di ascoltare.

Leggi l’articolo completo.

Da La solita mamma: Greenplicity/6: il solito manifesto?

Simonetta B., come me, ama l’inserto de’ Il Sole 24 ORE, Domenica, e un paio di settimane fa si è soffermata a ragionare sui risvolti di un articolo dai contenuti provocatori, quello il cui titolo è ben visibile nella foto di apertura di questo articolo.

Non c’è solo un problema di mancanza di riconoscimento della cultura in quanto patrimonio sociale, oltre che economico. C’è un problema di ignoranza diffusa che fa da sottofondo a questa mancanza. L’80% di noi è un analfabeta funzionale (in realtà non esiste una traduzione italiana per functional illiteracy). Questo non vuol dire che non si sappia leggere “tecnicamente”, ma l’80% fa fatica a capire cosa sta leggendo.

Poichè le iniziative proposte da Il Sole per arginare il problema appaiono un po’ troppo lontane dalla quotidianità, Simonetta B. rilancia sottoforma di proposte leggere, meno impegnative e per questo adatte a tutti.

Perchè non investire nella propria formazione culturale per dare un segno tangibile ed evidente che la cultura è vitale per noi e per il nostro futuro? Basta entrare nel museo della propria città,  e farlo perché ci fa sentire bene, anche se è un museo piccolino e apre solo in orari improbabili. Basta tornare (o iniziare) a frequentare la biblioteca pubblica: in alcuni casi quelle piccole sono preziosi gioielli dove perdersi, magari facendo quattro chiacchere con il bibliotecario. O ancora cercare il bello della propria città, un particolare architettonico, uno squarcio nel paesaggio, un angolo di interesse storico.

Ridefiniamo la cultura della quotidianità perché la cultura sia di tutti, partecipata da tutti, parte del DNA di tutti, condivisa e contagiosa, senza snobbismi, senza mignoli alzati, senza paura. Non lasciamo solo agli atri (entità spersonalizzate come governo, scuola, società) il compito di riappropriarci di un patrimonio sociale, oltre che culturale, che è già nostro. 

Leggi l’articolo completo.

Grazie ancora a tutti coloro che hanno dedicato tempo e pensieri alla costituzione del Manifesto, di cui tirerò le somme a brevissimo.

4 pensieri su “La cultura del quotidiano

    • Ciao Giorgia,
      il tempo purtroppo è sempre il nemico giurate di noi donne creative e super impegnate: ma se ne avanzerai un pochino non sarà mai tardi per me per accoglierti!

  1. Grazie per aver preso in considerazione anche il mio punto di vista ;)!
    Nel mio piccolo spazio virtuale cerco di diffondere la Lettura a voce alta (lo chiamo metodo L.A.V.A) tra le mamme come gesto di amore verso il proprio figlio fin dai primissimi anni di vita. Mettere a disposizione di un bambino, oltre a tantissime altre cose (perché nonostante la crisi le mamme-consumatrici spendono per i loro pargoli!) anche un libro, questo, letto insieme, è come un “granulino omeopatico”, che sembra non servire a niente, ma che alla lunga dà i suoi frutti. Spero di essere “contagiosa”, soprattuto con quelle mamme e papà che non possiedono nemmeno un libro in casa, perché sono quelli che più di tutti hanno “paura” della Cultura ;)!
    Se non riusciamo ad arrivare a convincere “tutti”, resterà sempra la solita èlite a disquisire dei massimi sistemi culturali, ma senza modificare lo status quo! E non possiamo sempre dare la colpa ai governi di turno. Deve partire da noi! Facciamoci coraggio e investiamo in noi stessi. Scommettiamo che la “Cultura” arriverà a tutti!?
    La (in) solita ottimista, ma la solita tenace!
    Grazie ancora, per aver avuto la possibilità di ribadire i miei sogni!

    • Il tuo progetto mi piace molto, e tra i miei nuovi obiettivi vi è quello di seguirlo e, nel mio picolo, di promozionarlo.
      Tra l’altro sono molto ma molto invidiosa della tua attività di bibliotecaria e … dovrai sopportarmi!

      A presto, Grazia

      PS: ti ho già ringraziata per il tuo articolo dedicato al Manifesto? Grazie ancora!

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