In Libreria

Ieri ho avuto una giornata frenetica, con un unico momento di relax che ho trascorso in libreria.

Un’ora tra scaffali, libri e cataloghi, con musica di sottofondo e poltroncina accaparrata nonostante l’ora di punta: non potevo uscirne a mani vuote.

In realtà mi ero presentata armata di una lista di libri desiderati, appuntati su un foglietto da usare alla prima occasione utile. Peccato non fossero tutti disponibili.

Ecco le mie nuove entrate:

Il bambino indaco di Marco Franzoso (Einaudi)

Questo non era sul foglietto: trovato tra le novità, la sua quarta di copertina mi ha fregata con “forse non è così vero che l’istinto materno non sbaglia mai”. Io che ne sono convita, che l’istinto materno non esista, non potevo sorvolare. E ho fatto bene, visto che sono già a metà: lo recensisco nel fine settimana.

Non restare muti di Alice Walker (gransasso nottetempo)

Io la ricordavo come scrittrice de’ Il Colore Viola (bellissimo anche il film di Steven Spielberg che ne è stato tratto): l’ho ritrovata militante dei diritti civili, autrice di questo libello di denuncia dai territori dell’orrore moderno, Ruanda, Congo Orientale e Striscia di Gaza.

Lo potevo fare anch’io di Francesco Bonami (Piccola Biblioteca Oscar)

Dopo avere letto il mio Almost a Masterpiece (Part One), un amico mi ha parlato di questo libro dedicato all’arte contemporanea, pensando lo avessi letto: invece mi manca e a questo punto voglio conoscere il lavoro di Bonami (critico d’arte, curatore di mostre e direttore creativo di fondazioni) che “fa capire una volta per tutte perché non è vero che potevamo farlo anche noi”.

E infine un piccolo regalo per riconciliarmi con mio figlio: Urlo di mamma di Jutta Bauer (Nord-Sud Edizioni).

Qui non rischio nulla a raccontarvi la storia, non credo rientri nei vostri piani di lettura: mamma pinguino si arrabbia e sgrida il suo cucciolo, il piccolo pinguino si spaventa così tanto da andare in  mille pezzi. L’unica a  poter ricomporre il cucciolo è la sua mamma la quale, ritrovando tutte le parti, fa tornare intero il piccolo pinguino. Una storia semplice ma efficace per raccontare quello che a volte succede tra madre e bambino: i nervosismi dei grandi possono frantumare i bimbi, troppo piccoli per capire e metabolizzare, e solo i genitori possono ricomporre, grazie all’amore, i loro figli.

Ho un cuore tempestoso, sono una mamma che urla: ho pensato che questo libro potesse aiutarmi a ricucire gli strappi. Vi dico solo che ieri sera lo abbiamo letto una dozzina di volte: un acquisto riuscito.

20 pensieri su “In Libreria

  1. Wow adoro le librerie, e quando esco con un libro in mano è come ritornare bambina ed avere tra le mani un tesoro peccato che ora non riesco a leggere quanto vorrei (praticamente 0!).
    Non vedo l’ora di leggere la recenzione del Il bambino Indaco, mi hai incuriosita. Buona Giornata e Buona Lettura (beata te!)

    • Non sono così fortunata, non ho così tanto tempo per i libri: per leggere rinuncio ad altre cose, come una pausa pranzo degna di questo nome o una notte intera di sonno.
      Ma molte volte ne vale la pena!

      Buona giornata
      Grazia

      • So cosa vuoi dire, quando si ha un bimbo non hai più tempo per te stessa, è stupendo essere mamma, ma ti senti annientata come persona. Ti capisco perfettamente e ti sono vicina! Spero che tu non abbiamo preso le mie parole come un’offessa, perchè non era assolutamente quello che volevo dire.
        Anzi ti ammiro per come riesci a coltivare le tue passioni!
        Valentina

  2. …Ecco, io ho l’assoluta necessità che qualcuno mi trascini fuori da una libreria, quando ci entro.
    Perchè altrimenti ci posso passare delle giornate. ^^

    Attendo la recensione del libro, allora.

  3. Ti ho letta stamattina, ma ancora non ho avuto tempo di scriverti qualcosa. Ora, mentre la bambina mi si arrampica addosso manco fossi un banano, cerco di buttare giù due righe…
    Mi ha incuriosito Il bambino indaco e sono andata a leggermi la trama e mi ha inquietato. :/ Sull’istinto materno ondeggio… poco prima che nascesse la bambina e poco dopo la sua nascita, avevo una grande preoccupazione: non perdere di vista me stessa. Ho pensato che non volevo solo essere una mamma. Non voglio dire che non sia bellissimo o che non sia gratificante, ma io volevo fortemente essere anche me stessa, magari trasformata, ma non volevo perdere le cose che mi piacevano, non volevo rinunciare al mio io. Forse è un po’ egoista come pensiero… Poi i mesi sono passati e l’amore materno è cresciuto a dismisura, mi sono trasformata, ma mi sono accorta di essere sempre io e di poter in qualche modo continuare a portare avanti i miei interessi, pur con estrema difficoltà. Ecco, ho divagato…non c’entra molto…scusa 🙂
    Non ho letto Il Colore Viola e ho solo visto il bellissimo film. Il tema del libro che hai preso in questo momento potrebbe mettermi a ko…sono ancora avvolta in un bozzolo con la mia bimba e quasi non vorrei uscirne, anche se poi non posso fare a meno di interessarmi di questo tipo di cose…
    Su Lo potevo fare anch’io aspetto tue illuminazioni, perchè, come ti dicevo altrove, ancora me lo dico su molte opere, nonostante la mia prima laurea abbia avuto proprio come indirizzo quello dell’arte contemporanea.
    Sull’ultimo libro: la trama mi piace… sull’urlo ancora non ci sono arrivata…è troppo presto…mi libito ad un “basta” tra il depresso e l’isterico 😉
    Rimango in trepidante attesa delle tue recensioni.
    Un abbraccio grande

  4. ma allora anche tu cedi alle letture in tema di maternità!
    io dopo avere letto le mie consuete 3 (tre) pagine – che ora sono di ‘I no che aiutano a crescere’ – sono collassata sul cuscino un paio di ore per poi passare una notte praticamente in bianco nel tentativo di convincere matteo a smetter di piangere e riaddormentarsi nel suo letto… e alla fine cedere e tenermelo avvinghiato nel lettone pur di dormire altre due ore.
    I no aiuteranno a crescere loro, ma a noi certe volte ci tirano proprio sceme 🙂

    • A dire il vero Il bambino indaco non è un libro di maternità/genitorialità/come crescere i figli/eccetera, è un romanzo raccontato da un padre che vede in modo oggettivo il rapporto tra madre e figlio: e Urlo di mamma è proprio un libro illustrato per bambini, diventato nel giro di due giorni il preferito di Pietro.

      Ma i libri da mamma non mi mancano: ho anche quello che stai leggendo, I no che aiutano a crescere, preso da uno scambio su ZeroRelativo. Il problema è che spesso le letture da mamma mi mandano in crisi: quindi le centellino per evitare di sentirmi troppo inadeguata. Resta il fatto che quello che mi hai regalato un anno fa, Ma se poi prende il vizio?, è ancora tra i miei preferiti!

    • Adesso sono curiosa di sapere quali, Claudia.
      Grazia
      PS: sono tornata da te a chiarire il mio pensiero dopo l’excursus piagetiano di cui mi scuso, so di essere noiosissima.

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